Quartieri, prime aperture sui ritocchi al regolamento

Giovedì 18 Aprile 2019
LA QUERELLE
UDINE Non solo l'articolo 26: parte della maggioranza vuole cogliere l'occasione della sua abrogazione per una revisione più ampia del Regolamento che ha istituito i consigli di quartiere, una revisione che si spera trovi l'appoggio dell'opposizione. E, tra le ipotesi che si stanno valutando, c'è quella di rendere facoltativa, invece che obbligatoria, la richiesta di parere dei territori.
Per Giovanni Govetto (Fi), che su queste modifiche sta lavorando, sono tre i punti che vanno in qualche modo ricalibrati: l'articolo 26, che prevede l'obbligo di chiedere il parere agli organismi decentrati, prima di prendere decisioni che riguardino il loro territorio e che Palazzo D'Aronco vuole cancellare perché appesantisce l'attività ordinaria del Comune; il ruolo dei presidenti; e il collegamento tra i consigli e l'amministrazione.
La commissione Statuto, martedì, ha approvato l'abrogazione del 26 con il voto contrario dell'opposizione, ma la maggioranza sta già lavorando all'ipotesi di una nuova modalità per permettere agli organismi decentrati di esprimersi sulle decisioni e i progetti che li riguardano: «Finora - spiega Govetto -, l'articolo 26 è stato utilizzato solo una volta, cioè quando ho convocato i quartieri nella seduta della commissione Territorio in cui si parlava della ciclabile di via Laipacco. Comunque, anche togliendo il 26, c'è l'articolo 25 a definire le competenze dei consigli di quartiere. Il nostro intento rimane quello di dare loro voce, quindi troveremo nuove modalità: ad esempio una formulazione migliore che preveda la richiesta di parere quando ci sono decisioni di particolare rilevanza per quel territorio, con tempistiche che permettano ai consigli di fornirlo effettivamente. Questo però - continua -, va bilanciato con i procedimenti amministrativi. Io sarei per rendere il parere facoltativo: sta all'assessore decidere se una decisione va sottoposta al consiglio o meno e sarà eventualmente punito politicamente dai cittadini del quartiere». Un modo, questo, anche per aggirare l'ipotesi di illegittimità che è stata sollevata in commissione anche da Enrico Bertossi (Prima Udine) e Federico Pirone (Innovare), in merito agli atti approvati in questi mesi da giunta e consiglio comunale senza il parere dei territori.
Un'altra modifica cui si sta pensando, è quella di spingere maggiormente sulla possibilità per i consigli rionali di interfacciarsi direttamente con gli assessori competenti in base alle proposte e alle problematiche, senza, quindi, che il punto di riferimento sia il referato al Decentramento. Per portare avanti questa revisione, la maggioranza sta prendendo contatti con l'opposizione, così da trovare una soluzione condivisa; a breve (una delle ipotesi è di presentare già al consiglio del 29 aprile un emendamento alla delibera di giunta che cancella il 26) si vedrà se anche la minoranza cercherà la mediazione; in commissione, infatti, l'opposizione ha attaccato duramente la giunta Fontanini sull'abrogazione dell'articolo, ma sia Alessandro Venanzi (Pd) sia Bertossi hanno aperto alla possibilità di una discussione più ampia sul Regolamento.
Al.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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