Processo ai venetisti, Casola fa istanza di ricusazione

Mercoledì 20 Novembre 2019
Processo ai venetisti, Casola fa istanza di ricusazione
IN AULA
PADOVA È iniziato, ieri mattina, il processo ai sette venetisti coinvolti nella manifestazione del 2 settembre del 2017 a Cadoneghe, quando sono intervenuti in favore di un sessantenne impegnato a occupare l'abitazione abusiva da cui il Comune lo aveva sfrattato. I sette devono rispondere a vario titolo dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e rifiuto di dare le proprie generalità. Il loro capo Amedeo Casola, 57 anni di Magnano in Riviera in provincia di Udine e anche lui alla sbarra, ha presentato istanza di ricusazione. Motivo, i sette riconoscono illegittimo il giudice Antonella Salvagno quale rappresentante dello Stato Italiano. E, sempre ieri mattina, davanti al Tribunale una quindicina di venetisti ha organizzato un sit-in per portare solidarietà ai sette compagni a giudizio. Una quarantina di esponenti del Comitato liberazione nazionale veneto, la mattina del 2 settembre del 2017, è arrivato in via Ca' Ponte a Cadoneghe per dare man forte al 63enne Pierino Toninato. L'uomo ha occupato l'abitazione abusiva dalla quale, nel novembre del 2016, era stato sfrattato dal comune di Cadoneghe. I venetisti, in difesa del 63enne e timorosi di un nuovo sgombero, si sono barricati nel cortile della casa e hanno issato in giardino la bandiera con il leone di San Marco. In via Ca' Ponte sono intervenuti i carabinieri e la polizia, e un agente è stato colpito al volto con un pugno. In sette sono stati identificati e condotti in Questura, dove sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e rifiuto di dare le proprie generalità.
Oltre al presidente del Comitato, sono finiti alla sbarra Daniele Bettin 40 anni e Nicola Liviero 42 anni entrambi di Loria in provincia di Treviso. Gli altri due trevigiani sono Maurizio De Martin 51 anni di Pederobba e Isacco Favaro 45 anni di Riese Pio X. Poi i padovani Sonia Polito 44 anni di Cervarese Santa Croce (l'unica assente in aula) e Alessandro Geron 40 anni di Villa del Conte.
Il presidente del Comitato, Amedeo Casola, ieri ha presentato un'istanza di ricusazione del giudice. Nel documento si legge: I militanti del CLNV ritengono che né il giudice in oggetto, né altri giudici allo stato degli atti possano essere giudici legittimi nel giudicare i sottoscritti, in quanto riteniamo, con approfondito studio di normative storiche e giuridiche, che essi non abbiano una giurisdizione legittima, perchè non legittimo è il potere che lo Stato Italiano esercita nelle terre venete, annesse a seguito di brutale occupazione solo apparentemente giustificata da un plebiscito assolutamente privo di garanzie democratiche per un voto libero. Come previsto per legge l'istanza di ricusazione sarà valutata dai giudici della Corte d'Apello. La prossima udienza è stata fissata per il 26 maggio. E ieri mattina almeno una quindicina di venetisti, si è radunata all'esterno del palazzo di giustizia per portare solidarietà ai sette compagni alla sbarra. In via Tommaseo sono intervenuti gli uomini della Digos per identificarli. La maggiore parte dei manifestanti proveniva dai comuni dell'Alta padovana. Durante il sit-in sotto la pioggia, hanno esposto una bandiera di San Marco, uno stendardo con riprodotta la stessa bandiera e la scritta Repubblica Veneta. La loro presenza è stata pacifica.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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