PRIMO BOLANCIO
UDINE La prova generale è andata. E i risultati, a detta

Martedì 26 Maggio 2020
PRIMO BOLANCIO
UDINE La prova generale è andata. E i risultati, a detta degli imprenditori del commercio, non sono mancati. La prima domenica di apertura dei negozi dopo il lockdown ha visto un debutto «incoraggiante, anche se non esaltante», per usare le parole di Antonio Maria Bardelli, patron del Città Fiera. Pure il Terminal Nord parla di «un ottimo riscontro di visitatori la prima settimana compreso il weekend». Il gruppo Aspiag Service, che gestisce i Despar, Interspar ed Eurospar, ha contato oltre 20mila scontrini. Ma i sindacati ribadiscono: «Crediamo che la domenica sia un giorno da dedicare alla sanificazione degli ambienti di lavoro e ad incrementare il movimento turistico dice Francesco Buonopane (Filcams Cgil) - La nostra è una sfida culturale che in questa situazione poteva trovare una prima inversione di tendenza. La Regione ha perso un'opportunità».
LE IMPRESE
In regione, spiega Francesco Montalvo, Ad di Aspiag Service, «domenica abbiamo aperto l'80% dei punti vendita a gestione diretta, 65 su 80, cui si aggiungono quelli guidati dagli associati. I risultati sono stati migliori delle aspettative». In una domenica media pre-covid, i punti vendita della galassia Despar, in regione, arrivavano a fatturare quasi un milione di euro, secondo Montalvo. Ed era questa una delle ragioni per cui la società contava sulle riaperture, anche per garantire come ha sostenuto l'Ad il mantenimento dei contratti a tempo legati al weekend.
«Questa domenica abbiamo fatto un po' meno di un milione di euro, ma non pensavamo di raggiungere quel risultato alla prima riapertura festiva, anche perché era una bellissima giornata. Comunque in Fvg la spesa media di questa domenica, rispetto al 2019, è stata maggiore. Durante tutto il periodo covid lo scontrino medio è stato superiore».
Ragguardevoli secondo Montalvo anche i numeri degli scontrini in Fvg domenica: «Oltre 20mila. Considerando che alcuni punti vendita erano aperti solo al mattino, un risultato superiore alle aspettative. Se ci sono stati 20mila clienti alla prima domenica, vuol dire che la richiesta c'è». In tutto il gruppo, a Nordest, se ne sono contati 65mila.
La polemica innescata sulle riaperture dai sindacati? «I nostri punti vendita vengono sanificati con una frequenza maggiore rispetto a quanto richiesto dai Dpcm. Abbiamo aumentato le pulizie. Non voglio fare polemiche. Se le leggi ci consentono di aprire, noi apriamo».
Per Bardelli, al Città Fiera è stata «una prima domenica incoraggiante anche se non esaltante. Abbiamo avuto un sabato interessante, con 18-19mila presenze, il doppio del sabato prima, anche se circa il 25% in meno di un sabato pre-covid. Ormai abbiamo il 90% dei negozi aperti. Ci sono tanti motivi per cui prevedevamo un risultato non esaltante domenica: era il debutto, poi in primavera la gente nei giorni festivi approfitta per andare in giro. Ma comunque è l'inizio di un ritorno alla normalità che deve avere i suoi tempi».
Le critiche dei sindacati? «Faccio due osservazioni. Le domeniche sono sempre state il secondo giorno migliore di vendite dopo il sabato. Se si tiene aperto, si evita il rischio di assembramenti: non ha senso concentrare in un giorno quello che si può fare in due. Inoltre, tempo addietro si era detto che togliere le domeniche poteva costare 50-80mila posti di lavoro in meno in Italia. Al Città Fiera sarebbero potuti essere 200-300 posti in meno, in momenti normali, ma in momenti come questi sarebbero stati di più. Oltre a togliere ai consumatori un'occasione che hanno dimostrato di gradire, questa sarebbe stata un'ulteriore mazzata, a livello di sostenibilità occupazionale e dal punto di vista della sicurezza».
In casa Carrefour, secondo il direttore territoriale «c'è stata una ripresa timida. Il tempo era bello e le famiglie erano più orientate al tempo libero. Inoltre non tutti gli operatori del centro commerciale erano già operativi».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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