Patto per frenare la crisi del commercio

Lunedì 25 Novembre 2019
Patto per frenare la crisi del commercio
COMMERCIO
PORDENONE C'è un commercio che soffre a Pordenone. La crisi delle vendite non interessa soltanto i piccoli negozi ma anche i centri commerciali. La grande avanzata del commercio elettronico e il fatto che le famiglie possono spendere sempre meno rischiano di far affondare un settore, quello del terziario, già da anni messo a dura prova. Partendo da queste considerazioni Comune e Ascom Confcommercio cominceranno a lavorare a un progetto pilota finanziato dalla Regione. «L'obiettivo annuncia il sindaco Alessandro Ciriani è quello di predisporre una piattaforma di interventi per tentare di arginare un problema, quello dell'impoverimento del nostro commercio, che rischia non soltanto di far chiudere sempre più negozi in centro ma, al contempo, di rovinare una serie di relazioni sociali che esistono ancora proprio grazie al commercio». Se il punto di partenza è stato già indicato, il punto di arrivo lo si scoprirà non prima dell'inizio dell'anno prossimo. Infatti, ora come ora, l'Ascom è impegnata su un altro versante: quello di valorizzare i prodotti tipici del territorio. Un lavoro certosino, come ha spiegato il presidente provinciale Alberto Marchiori, che tuttavia si dovrà concludere, vista la portata stessa del progetto, entro la fine del 2019.
SOS ALLA REGIONE
Martedì Marchiori e il sindaco Ciriani avevano incontrato a Trieste, nella sede della Regione, il presidente Massimiliano Fedriga. Un incontro che ha dato il via libera, con la garanzia che a mettere i soldi sarà proprio la Regione, alla collaborazione tra Comune e Ascom per arrivare, nel giro di qualche mese, alla presentazione di un progetto di rilancio del commercio cittadino. Una sorta di progetto pilota che potrebbe poi essere preso come modello per altre realtà che, esattamente come Pordenone, risentono della crisi e, in particolare, della crisi del terziario. «Realizzeremo un piano sostiene il sindaco Ciriani che, prendendo spunto dalla rigenerazione urbana, tenterà di fare da volano per il commercio del centro cittadino. Nei piani miei e del presidente Marchiori c'è la volontà, attraverso una riqualificazione urbanistica, la programmazione di eventi culturali e la ridefinizione dell'offerta commerciale di concretizzare uno strumento che, una volta messo a punto, possa aiutare i nostri commercianti. Si tratterà di mettere a punto un progetto sperimentale che contribuisca ad arginare l'impoverimento del commercio e degli esercenti. Se chiudono i negozi c'è da aspettarsi, come conseguenza, che anche le relazioni sociali subiscano un duro contraccolpo: le vetrine illuminate sono sinonimo di vita e sicurezza. Sono parte integrante di una comunità che sta crescendo». Quella di rilanciare il commercio cittadino è una sfida non semplice ma accattivante. «Come prima cosa spiega Ciriani con il presidente Marchiori e il direttore Giordano ci siederemo attorno a un tavolo per individuare i molteplici obiettivi da perseguire e, al tempo stesso, tracceremo un percorso da condividere insieme per arrivare, in tempi brevi, alla presentazione di un progetto. In questo abbiamo il supporto della Regione che ha dato il via libera alla stesura di un piano che, a seconda dei casi, potrebbe essere preso come modello da altre città». Alberto Marchiori non ha dubbi: «Se è vero che la situazione del commercio è legata all'andamento dei consumi - sostiene -, a Pordenone fa fatica a decollare. È necessario rendere maggiormente attrattivo il territorio, così da spingere sempre più persone a venire ad acquistare nella nostra città. Diversamente i nostri esercenti, tra la spinta dell'e-commerce e la crisi che sta facendo ancora sentire, rischiano di naufragare».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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