Partite Iva in calo del 12 per cento nell'anno dell'emergenza sanitaria

Domenica 14 Febbraio 2021
LO STUDIO
UDINE Partite Iva in calo del 12% nell'anno del Covid-19: nel corso del 2020 quelle nuove che sono state aperte ammontano a 7.276, circa mille in meno rispetto all'anno precedente (-12%), una diminuzione leggermente inferiore a quella nazionale (-14,8%). Le province di Udine (-15,2%) e Pordenone (-15,9%) presentano le flessioni più consistenti mentre Trieste fa segnare un calo del -8,2% e Gorizia è l'unica che registra un incremento, seppure di sole 30 unità (+3,6%). A livello nazionale solo altre due province presentano una variazione positiva: Treviso (+12,6%) e Verona (+1,4%). Lo rende noto il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati del ministero dell'Economia e delle Finanze. In regione, dunque, a causa dell'emergenza sanitaria ancora in corso si è interrotta la tendenza positiva cominciata nel 2017, dopo che nel 2016 si era registrato il numero di nuove aperture di partite Iva più basso dello scorso decennio 2009-2019 (circa 7.800).
I DATI
La diminuzione ha riguardato principalmente le società di capitali (-243 unità) e le persone fisiche (-781): queste ultime comprendono sia le ditte individuali, sia i lavoratori autonomi (inclusi i liberi professionisti), e costituiscono il 76,5% del totale. Nello specifico la diminuzione si è concentrata soprattutto sulle aperture di ditte individuali (-17,3%), mentre il numero di nuovi lavoratori autonomi ha subito un calo meno pronunciato (-6,4%). Si può inoltre notare il forte aumento di partite Iva avviate da soggetti non residenti, connesso all'espansione del settore delle vendite on-line, che in regione sono raddoppiate (+109%, mentre a livello nazionale la crescita è stata pari a +42,9%).
DONNE
Per quanto riguarda le sole persone fisiche, nel 2020 il 64% delle nuove aperture ha riguardato gli uomini: rispetto al 2019 la diminuzione è stata più accentuata per la componente femminile (-15,7% contro il -10,2% dei maschi). La fascia di età compresa tra 36 e 50 anni è quella che ha registrato la perdita più pesante in termini assoluti (-425 unità, pari a -20,3%). Inoltre, negli ultimi anni, la quota di aperture effettuate da under 35 è tornata a crescere dopo il calo del periodo 2015-2016, raggiungendo il 47% del totale nel 2020. L'analisi dei dati in base al luogo di nascita mostra infine che tra le persone fisiche una nuova partita Iva su cinque è avviata da un soggetto nato all'estero (1.133 su 5.569), in prevalenza in un Paese europeo non comunitario.
SETTORI
Nell'ultimo triennio il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche è quello in cui più frequentemente prendono avvio i percorsi di lavoro autonomo o imprenditoriale, mentre in precedenza il primato apparteneva al commercio. Nel 2020 sono state infatti 1.263 (pari al 17,4% del totale) le nuove aperture nell'ambito delle attività professionali scientifiche e tecniche: il comparto comprende sia le libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti), sia quelle attività non regolamentate da ordini professionali (pubbliche relazioni e comunicazione, consulenza gestionale, collaudi e analisi tecniche, pubblicità e ricerche di mercato). Al secondo posto si trova il commercio con 1.090 aperture (15%). A causa delle chiusure e delle restrizioni collegate all'emergenza sanitaria, il settore che comprende alberghi, bar e ristoranti è uno di quelli dove la flessione è stata più consistente (-36,2%). All'opposto, il comparto della sanità e dell'assistenza sociale è uno dei pochi che mostra un incremento (+20,5%).
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci