Operazione centauri

Martedì 20 Agosto 2019
LE INDAGINI
UDINE Partivano dal Piemonte in camper con le famiglie al seguito e arrivavano sui litorali di Friuli Venezia Giulia e Veneto. Poi, mentre donne e bambini rimanevano nelle località turistiche, loro si spostavano a bordo di due moto con targhe false in cerca di obiettivi da derubare. Sarebbe stato questo, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Latisana, il modus operandi di una banda di ladri dediti ai furti in abitazione composta da quattro uomini di etnia sinti, residenti in Piemonte, tra Torino e Asti. Tre di loro, D.G. 49 anni, D.A.G. di 39 anni e V.M. di 23 sono già stati arrestati in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Udine dopo un tentativo di furto fallito a San Giorgio di Nogaro, il 20 aprile 2018. Il quarto indagato, D.V., 26 anni, è tuttora ricercato.
LE ORDINANZE
Nel corso dell'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare, i Carabinieri hanno recuperato anche monili in oro e denaro contante, probabilmente oggetto di furto. Le indagini dell'operazione Centauri, i cui dettagli sono stati resi noti ieri nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Comandante della Compagnia di Latisana, il Maggiore Nicola Guercia, erano partite proprio a seguito del tentato furto del 20 aprile 2018 in Friuli. Quel tardo pomeriggio due componenti della banda si erano introdotti nel giardino di una villa isolata, dopo aver scavalcato il muro di cinta, rimanendo in contatto tramite apparati ricetrasmittenti con gli altri due complici che li aspettavano all'imbocco della via, a non più di 50-100 metri, a bordo di due motociclette, pronti per scappare. Sorpresi e messi in fuga dal proprietario della villa, i ladri erano scappati a bordo delle due moto verso il centro abitato del paese. Le due ruote sospette erano state riprese qualche minuto più tardi dalle telecamere esterne della caserma della Guardia di Finanza e dalle telecamere di sorveglianza comunali lungo la strada statale 14, in direzione Trieste.
LA TRACCIA
Le targhe erano ben visibili ma è bastato un rapido controllo in data base ai militari dell'arma per comprendere come le stesse fossero false, appartenenti a veicoli di tutt'altra tipologia e completamente estranei ai fatti. Inserite nella black-list dei vari lettori di targhe e autovelox di Friuli Venezia Giulia e Veneto Orientale, le due motociclette venivano quindi rilevate a Grado, in provincia di Gorizia, circa un'ora dopo il furto. Il giorno seguente, il 21 aprile, senza essere apparentemente mai uscite dall'Isola del Sole, erano state invece immortalate dal sistema autovelox sullo stradone che collega Bibione con San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia. Acquisite tutte le immagini del traffico in uscita da Grado e in entrata a Bibione, per accertare con quali modalità le due moto si fossero spostate tra le due località senza lasciare traccia del loro passaggio, i Carabinieri hanno stabilito con assoluta certezza che i due mezzi non avevano viaggiato in autonomia, ma erano stati trasportati all'interno di camper, che avevano invece targhe genuine e che sono risultati in uso a delle famiglie sinti provenienti dal Piemonte.
L'ATTIVITÀ INVESTIGATIVA
Le attività investigative svolte dai Carabinieri, coordinati dal pm della Procura di Udine Giorgio Milillo, hanno consentito di identificare i quattro e raccogliere a loro carico elementi tali per cui il gip le quattro ordinanze di esecuzione cautelare in carcere per il tentato furto a San Giorgio di Nogaro. L'ordinanza è stata eseguita ai primi di giugno quando due dei quattro camper sospetti sono stati individuati nell'apposita area di Battaglia Terme, in provincia di Padova. É lì che è stato trovato il primo dei quattro indagati. Il secondo è stato rintracciato poco dopo a Novara. Il terzo si è costituito successivamente in carcere a Cuneo. L'ultimo, come detto, è tuttora latitante.
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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