Operaio morto, scatta lo sciopero

Domenica 12 Luglio 2020
L'INCIDENTE MORTALE
PORDENONE «Voglio la verità. Non posso credere che mio figlio sia morto per uno scontro tra due muletti. Lunedì andrò nell'azienda per la quale aveva cominciato a lavorare da due giorni e chiederò di parlare con la proprietà». Non si dà pace Soulewate Lare, il padre di Bagna, l'operaio di 30 anni originario del Togo rimasto schiacciato venerdì pomeriggio dal muletto sul quale stava lavorando nel magazzino interno alla Aldo Pezzutti di via Interporto. L'azienda è specializzata nello stampaggio di materie plastiche. «C'è qualcosa che non va, non mi torna: com'è possibile che due muletti - si chiede Lare - si scontrino e che con l'impatto uno finisca addirittura per rovesciarsi? Hanno detto che mio figlio non indossava la cintura di sicurezza e posso crederci. Ma come ha fatto a essere sbalzato fuori dall'abitacolo? A quale velocità, in un luogo di lavoro, possono arrivare a correre dei carri elevatori? Qualcosa, davvero, non mi torna». Padre e figlio si erano visti per l'ultima volta cinque giorni fa. «Lo avevo accompagnato a un colloquio di lavoro in un'azienda di Vigonovo di Fontanafredda - ricorda commosso Soulewate - ma non sapevo che lui, contemporaneamente, aveva fatto richiesta anche alla Pezzutti. Ha colto l'occasione al balzo, è andato dove l'hanno chiamato subito. Non era uno sprovveduto: lavorava come carrellista da una decina di anni. Era un bravo ragazzo, volenteroso, che si dava da fare. Non doveva finire così».
LA STABILITÀ
Alla Pezzutti di Pordenone, Bagna (per tutti Kevin) pensava di aver trovato una certa stabilità, quella che dal punto di vista economico gli avrebbe permesso di continuare ad aiutare la madre e il fratello che vivono ancora in Africa. Ma anche i suoi quattro figli, avuti da più relazioni sentimentali, che adesso sono rimasti senza il loro papà. Sul suo conto non si sa molto. Era una persona piuttosto discreta. Una vita semplice, senza eccessi, fatta di dedizione per il lavoro, passione per il fitness e la palestra. In Italia era arrivato una quindicina di anni fa con il padre e abitava a Pordenone.
IL FRONTE SINDACALE
Intanto la segreteria della Uilm di Pordenone ha espresso vicinanza alla famiglia del 30enne, che era appena stato assunto con contratto di somministrazione. «È necessario lavorare ancora molto si legge in una nota sindacale sulla cultura della sicurezza e della prevenzione, nonché sulla formazione preventiva per tutto il personale, affinché i lavoratori abbiano maggiore consapevolezza che sul posto di lavoro, nonostante tutto, si perde ancora la vita».
La Uilm, a fronte della morte di Bagna Lare, ha proclamato otto ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo Pezzutti. A questo faranno seguito una richiesta d'incontro con l'azienda oltre alle assemblee di fabbrica sui temi di salute e sicurezza.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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