Nuovi spazi commerciali, 300 firme contro la variante a Tarvisio

Sabato 21 Aprile 2018
LA PROTESTA
TARVISIO Molti cittadini di Tarvisio si sono pubblicamente espressi contro la variante 76 al piano regolatore, approvata dalla maggioranza e che prevede il cambio di destinazione d'uso di un'area posta all'interno della cosiddetta Piana dell'Angelo. Il terreno, tra Tarvisio e Camporosso, è adiacente alla caserma dei vigili del fuoco ed è di proprietà della Parrocchia di Sant'Egidio di Camporosso e dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero della diocesi di Udine. La variante prevede la riclassificazione di circa 12mila metri quadri che passerebbero nella loro quasi totalità da ricettivo-residenziale a commerciale permettendo così la costruzione di un nuovo supermercato di circa 1500 metri quadri, un bar-ristorante e un centinaio di parcheggi di cui almeno 42 a uso comunale. Una decisione che ha sollevato l'indignazione popolare a tal punto che mentre giovedì si votava il documento, in diverse attività commerciali è partita la raccolta firme, la prima dopo quella che nel 2011 riuscì ad opporsi alla decisione dell'amministrazione Carlantoni di rendere edificabili alcuni terreni a Sant'Antonio, per dire no alla variante. «Facciamo appello - spiega Giorgio Pirker, uno dei cinque promotori - affinché si mantenga la destinazione d'uso dei terreni». Una battaglia che vede attivi due fronti: quello politico, con i gruppi di minoranza contrari alla decisione che accusano la maggioranza di non rispettare le promesse in campagna elettorale e quello civile. «La politica non ci interessa - spiega Pirker che ribadisce anche che nessuno dei promotori è direttamente coinvolto sul terreno -. L'unico interesse che abbiamo è tutelare Tarvisio contro una cosa deleteria. Ci sono decine di negozi chiusi in centro e c'è chi pensa che la soluzione sia fare nuove cubature che, di fatto, sposteranno l'asse commerciale al di fuori di una Tarvisio che già boccheggia». L'investimento privato potrebbe ammontare a circa 4 milioni di euro di cui un milione per l'acquisto del terreno. A convincere i promotori del no non sono stati neppure i circa venti nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato promessi: «Quanti se ne perderanno in centro?». In pochi giorni sono già oltre trecento le firme raccolte e la cosa continuerà fino ai primi di maggio: «l'amministrazione comunale deve prendere atto della petizione (durante la discussione in consiglio comunale sia l'assessore al commercio sia il sindaco hanno affermato che valuteranno la cosa ndr) e deve fare un passo indietro se non altro perché a firmare sono cittadini non schierati politicamente e tra questi anche una parte dei loro stessi elettori». Il comitato non è certo disposto, però, a subire la decisione: «Se non ci sarà un dietrofront, l'amministrazione dovrà assumersene le responsabilità e noi inizieremo una seconda raccolta firme che porti a un referendum contro un assurdo progetto che non solo non aggiunge nulla ma anzi toglie qualcosa all'economia di Tarvisio».
Tiziano Gualtieri
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