NODO PERSONALE
UDINE Mancano all'appello 150 Vigili del fuoco in Friuli Venezia Giulia e, secondo i sindacati, la situazione è destinata ad aggravarsi con i pensionamenti che matureranno nel corso del 2018. Da qui lo stato di agitazione promosso da Fns Cisl regionale, la categoria che riunisce il comparto sicurezza, che da giorni è in contatto con il prefetto di Trieste e commissario di Governo, Annapaola Porzio.
Nessun territorio fa eccezione: dalle aree balneari ai capoluoghi, ma il peso maggiore lo portano Udine e Pordenone. «La situazione è assolutamente critica conferma il segretario della Fns Delfio Martin e per la Cisl Fvg Luciano Bordin -. Siamo costretti a rivolgerci direttamente al rappresentante del Governo in regione, che sappiamo già essersi messa in contatto con le strutture di Roma». Per oggi è attesa una riposta da parte del dirigente generale Guido Parise. «Auspichiamo un intervento deciso da parte del Governo, perché la realtà è insostenibile continuano i sindacalisti -, tanto più se pensiamo che la situazione su Lignano e Grado, ad avvio della stagione estiva, non è stata ancora risolta».
La carenza di organico riguarda sia gli amministrativi, sia, soprattutto, il personale operativo. La differenza tra organico previsto e quello reale è più accentuata a Udine e Pordenone. Nel capoluogo friulano mancano 44 unità, destinate a diventare 50 entro la fine dell'anno, causa pensionamenti. Si tratta per lo più di ispettori (-10), capi reparto (-12), capi squadra e vigili, -9 ciascuno.
Pordenone ha più o meno la stessa situazione critica: -37 unità, destinate a diventare 45 per i pensionamenti, con addirittura 21 vigili che mancheranno all'appello. Inoltre qui, rilevano i sindacati, manca anche una precisa definizione progettuale della caserma. Lo stesso vale per Sacile.
Numeri diversi per i territori di Gorizia e Trieste, ma situazione complessivamente altrettanto critica. Tra vigili (-10), capi squadra (-10), ispettori (-6) e altri profili, l'area isontina ha un divario tra organico previsto e reale di 27 unità, senza contare i 6 pensionamenti entro il 2018 e a cui si aggiunge tutta l'incertezza sul presidio di Grado, tra l'altro teatro proprio i giorni scorsi di un incidente mortale legato alle esalazioni di fumo. Quanto, infine, a Trieste, oltre ai 10 amministrativi in meno, mancano anche, tra personale generico, portuali e Nucleo sommozzatori, 34 unità. «Siamo di fronte ad una carenza oggettiva e strutturale che indebolisce pesantemente il sistema dell'emergenza del Friuli Venezia Giulia», spiegano ancora Martin e Bordin.
A.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA UDINE Mancano all'appello 150 Vigili del fuoco in Friuli Venezia Giulia e, secondo i sindacati, la situazione è destinata ad aggravarsi con i pensionamenti che matureranno nel corso del 2018. Da qui lo stato di agitazione promosso da Fns Cisl regionale, la categoria che riunisce il comparto sicurezza, che da giorni è in contatto con il prefetto di Trieste e commissario di Governo, Annapaola Porzio.
Nessun territorio fa eccezione: dalle aree balneari ai capoluoghi, ma il peso maggiore lo portano Udine e Pordenone. «La situazione è assolutamente critica conferma il segretario della Fns Delfio Martin e per la Cisl Fvg Luciano Bordin -. Siamo costretti a rivolgerci direttamente al rappresentante del Governo in regione, che sappiamo già essersi messa in contatto con le strutture di Roma». Per oggi è attesa una riposta da parte del dirigente generale Guido Parise. «Auspichiamo un intervento deciso da parte del Governo, perché la realtà è insostenibile continuano i sindacalisti -, tanto più se pensiamo che la situazione su Lignano e Grado, ad avvio della stagione estiva, non è stata ancora risolta».
La carenza di organico riguarda sia gli amministrativi, sia, soprattutto, il personale operativo. La differenza tra organico previsto e quello reale è più accentuata a Udine e Pordenone. Nel capoluogo friulano mancano 44 unità, destinate a diventare 50 entro la fine dell'anno, causa pensionamenti. Si tratta per lo più di ispettori (-10), capi reparto (-12), capi squadra e vigili, -9 ciascuno.
Pordenone ha più o meno la stessa situazione critica: -37 unità, destinate a diventare 45 per i pensionamenti, con addirittura 21 vigili che mancheranno all'appello. Inoltre qui, rilevano i sindacati, manca anche una precisa definizione progettuale della caserma. Lo stesso vale per Sacile.
Numeri diversi per i territori di Gorizia e Trieste, ma situazione complessivamente altrettanto critica. Tra vigili (-10), capi squadra (-10), ispettori (-6) e altri profili, l'area isontina ha un divario tra organico previsto e reale di 27 unità, senza contare i 6 pensionamenti entro il 2018 e a cui si aggiunge tutta l'incertezza sul presidio di Grado, tra l'altro teatro proprio i giorni scorsi di un incidente mortale legato alle esalazioni di fumo. Quanto, infine, a Trieste, oltre ai 10 amministrativi in meno, mancano anche, tra personale generico, portuali e Nucleo sommozzatori, 34 unità. «Siamo di fronte ad una carenza oggettiva e strutturale che indebolisce pesantemente il sistema dell'emergenza del Friuli Venezia Giulia», spiegano ancora Martin e Bordin.
A.L.
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