Morgante: «Lavoro spot non serve O troveremo le varianti troppo tardi»

Venerdì 22 Gennaio 2021
Morgante: «Lavoro spot non serve O troveremo le varianti troppo tardi»
L'ISTITUTO
UDINE A lamentare un ricorso sinora ritenuto troppo «spot» al sequenziamento del genoma del virus in Fvg è Michele Morgante, direttore dell'Istituto di genomica applicata e professore ordinario all'ateneo di Udine (sua la prolusione all'ultima inaugurazione) che, anche in una recente intervista al Fatto Quotidiano, ha bollato come «ridicolo» il fatto che «da soli dieci campioni» si sarebbe stabilito, con l'analisi sulle sequenze virali, che la variante inglese non era presente in Fvg. Lo stesso Morgante ricorda che a marzo aveva offerto l'aiuto del suo istituto per un sequenziamento su larga scala e ad aprile aveva lanciato un appello ai ministri della Salute, dell'Università e della Ricerca, perché si avviasse «un'iniziativa coordinata a livello nazionale che produca i dati sui genomi dei ceppi virali» rimasto «senza risposta».
LE VARIANTI
«Non siamo sicuri - dice Morgante - che in Fvg circolino le varianti. Sono stati presi dieci tamponi in cui il gene S dava un risultato negativo, li abbiamo sequenziati e non era la variante inglese. Ma di tamponi analoghi ce n'erano anche prima della variante inglese. Con le potenzialità che ci sono, non è quella la maniera di fare il lavoro. Bisogna prendere 200 tamponi, un campione casuale, e si sequenzia. Se procediamo con procedure di questo tipo, non lo capiremo mai o lo capiremo solo quando la variante potrebbe essere diventata molto abbondante e sarebbe troppo tardi». Come Istituto, ricorda, «ci eravamo messi a disposizione fin da subito, ma non abbiamo avuto risposte. Mi dispiace. È un problema di salute pubblica, ma purtroppo viene gestito come un problema di ricerca dei singoli gruppi, che non sono disponibili a partecipare ad iniziative coordinate a livello nazionale, come ha fatto l'Inghilterra, dove questo tipo di lavoro viene fatto da un numero limitato di laboratori che sanno farlo, ma mettono insieme tutti quelli che possono contribuire, con uno sforzo che dev'essere coordinato a livello nazionale».
«LAVORO SISTEMICO»
Insomma, conclude Morgante, «siamo a disposizione, ma c'è bisogno di fare non un lavoro spot, 10 sequenze oggi, 10 fra un mese, ma un lavoro sistemico che serva a seguire, giorno per giorno o settimana dopo settimana, quello che sta succedendo. Nel Nordest era particolarmente richiesto questo tipo di lavoro, visto quello che sta succedendo. È indubbio che fra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Slovenia ci sia stata un'esplosione di casi: sarebbe stato interessante capire se poteva essere legata alla presenza delle varianti già descritte o di qualche altra variante. Ma purtroppo il lavoro di sequenziamento - sostiene Morgante - non lo sta facendo nessuno in Italia come avviene altrove. Nel Regno Unito hanno sequenziato qualcosa come 150mila ceppi virali. In Italia potrebbe circolare di tutto».
Per questo, il direttore scientifico dell'Istituto di genomica applicata rinnova il suo appello. «La lettera ai ministri di inizio aprile, riletta oggi, prevedeva quello che poi è successo. Si diceva già che il lavoro che invitavamo a fare a livello nazionale in modo coordinato non era solo importante nella gestione dell'emergenza di primavera, ma che sarebbe stato ancor più importante nelle fasi successive, per capire cosa stava succedendo al virus. Adesso che stiamo vaccinando, diventa ancora più importante intervenire per capire se si sono sviluppati nuovi ceppi virali eventualmente non coperti dal vaccino». In regione? «Non mi è chiaro se a livello regionale - dice Morgante - c'è la volontà di farlo. Finora non sono arrivate risposte, tranne sequenziamenti fatti con numeri che rispetto ai numeri dei casi che abbiamo sono quasi ridicoli. Noi, come Istituto, abbiamo sequenziato oltre un centinaio di ceppi virali per la Croazia. Ci arrivano campioni da altri Paesi, anche un centinaio da Roma, ma dal Fvg non ci arriva nulla». Inizialmente, sostiene, «all'inizio abbiamo proposto a diversi gruppi di virologi in Italia di fare il sequenziamento gratis, ma non è andata. Adesso, potremmo farlo gratuitamente per un certo numero di campioni. Rinnoviamo l'invito alla Regione di fare squadra. E soprattutto, se devono investire in qualcosa, non spendano soldi per un'altra macchina di sequenziamento, ma investano sul personale, che abbiamo tanti bravi biologi molecolari. Di macchinari, ne abbiamo un numero discreto e sono tutti usati pochissimo».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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