Moretton: bisogna sempre confidare nella giustizia

Domenica 17 Novembre 2019
LE SPESE
UDINE «È stato affermato il principio della responsabilità personale sulle spese sostenute con i soldi dei cittadini del Friuli Venezia Giulia per la rappresentanza dei Gruppi consiliari regionali. Ed è questo un elemento di particolare importanza». Tira un mezzo sospiro di sollievo Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in piazza Oberdan in quella consiliatura 2008-2013 finita nel ciclone giudiziario delle spese di rappresentanza. Un sospiro dovuto all'esclusione di una non breve teoria di spese contestate dalla pubblica accusa ma non riconducibili a specifici beneficiari e perciò espunte dalla Corte di cassazione, chiamata a valutare la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione stabilita dalla Corte d'appello di Trieste dopo che, nel giudizio di primo grado, il Gup Giorgio Nicoli aveva invece optato per una piena assoluzione. Il discorso che vale per Moretton va trasporto pari pari anche all'ex collega Daniele Galasso, allora capogruppo del Pdl, assolto in primo grado e condannato in appello a 2 anni e 8 mesi. La Cassazione ha stabilito il rinvio degli atti ad una sezione diversa della Corte d'appello di Trieste affinché rivaluti la vicenda, con ciò non chiarendo ancora (occorrerà attendere la sentenza nelle prossime settimane o mesi) se i giudici triestini debbano limitarsi a riquantificare le pene al ribasso o se, per converso, si debba procedere a un vero e proprio nuovo giudizio. Moretton ribadisce con parole misurate che «bisogna sempre confidare nella giustizia, fino in fondo». E non disdegna di ricordare che per queste medesime spese la Corte dei conti in sede d'appello ha scagionato pienamente sia lui che Galasso. Quanto a Moretton, personalmente, è stato anche sulla graticola giudiziaria (e mediatica) per svariati anni in relazione alla maxi-inchiesta avviata a Udine e successivamente trasferita a Roma sull'inquinamento e le bonifiche della Laguna di Grado e Marano: truffa ai danni dello Stato e peculato erano i reati in contestazione, ma il Moloch giudiziario si è dissolto al fondo delle cose in un decreto di archiviazione degli atti per irrilevanza penale. Non banale, soprattutto, appare la circostanza che una riduzione di pena da (ri)stabilire a Trieste o anche un'assoluzione eviteranno in ogni caso a Moretton e Galasso il rischio del carcere: sotto i tre anni di condanna penale, infatti, è possibile conseguire la sospensione della pena in favore di un affidamento a servizi di utilità sociale. Ma tale attenuazione non è più applicabile al reato di peculato in forza della cosiddetta legge spazzacorrotti: norme di probabile incostituzionalità poiché violerebbero il principio di non retroattività delle disposizioni di legge in materia penale, ma che tuttavia restano vigenti fino alla pronuncia della Consulta, sollecitata dalla Corte di cassazione e attesa nel 2020. Discorso in parte analogo vale per l'ex consigliere regionale del Pdl Piero Tononi, condannato dalla Corte d'appello di Trieste a 2 anni e 10 giorni di reclusione, che ora otterrà nella peggiore delle ipotesi, grazie al rinvio deciso in Cassazione, una riquantificazione della pena sotto la soglia dei 2 anni, ossia nell'arco di copertura della sospensione condizionale della pena che la legge spazzacorrotti non ha disapplicato. Infine da riesaminare anche la posizione di altri due ex consiglieri del Pdl, Maurizio Bucci e Antonio Pedicini, già condannati in appello a Trieste rispettivamente a un anno, 8 mesi e 20 giorni e a un anno, 10 mesi e 10 giorni di reclusione.
La Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne a Moretton e Galasso, ma anche ad altri ex consiglieri, per le spese considerate plausibili e pertanto legittime, spiega l'avvocato udinese Luca Ponti che ha assistito in due ex capigruppo Daniele Galasso (Pdl) e Gianfranco Moretton (Pd) in Consiglio regionale. Ma sono state anche espunte le spese non riconducibili a singole persone ben identificate e quelle contestate in concorso con altri consiglieri. In ogni caso è già una mezza vittoria, dal pun
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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