Mazzega, sentenza entro un mese

Mercoledì 13 Giugno 2018
IL CASO
UDINE Arriverà con ogni probabilità entro un mese, salvo colpi di scena, la sentenza del gup del tribunale di Udine Mariarosa Persico per l'omicidio di Nadia Orlando, la giovane di 21 anni di Vidulis di Dignano uccisa a pochi passi da casa la sera del 31 luglio scorso dal fidanzato Francesco Mazzega, che la mattina seguente si era costituito al Comando della Polizia stradale di Palmanova dopo aver vagato tutta la notte in auto con il corpo della giovane al suo fianco.
IL RITO ABBREVIATO
È l'effetto del rito abbreviato scelto dall'uomo, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il giudizio abbreviato implica una decisione della vicenda allo stato degli atti e, per questo, prevede come effetto premiale lo sconto di un terzo della pena. Il che significa che, in caso di condanna, non potrà essere superiore nel massimo ai 30 anni.
LA FAMIGLIA DI NADIA
La decisione non ha colto di sorpresa i familiari di Nadia, che lunedì si sono costituiti parte civile nel processo.
«Erano preparati. La scelta era in capo alla difesa. Lo prevede il codice», ha riferito il loro avvocato Fabio Gasparini. Anche se una delle raccolte firme promosse dagli amici chiedeva una modifica legislativa, per escludere la possibilità di accedere al rito alternativo per chi commette certi tipi di reati, la norma del codice di procedura penale prevede infatti che l'abbreviato chiesto dall'imputato debba essere disposto dal giudice. «I familiari la ritengono una norma ingiusta, ma a fronte di una scelta che subiscono, non sindacabile da nessuno, si aggrappano al fatto che tra un mese avranno la sentenza», ha proseguito l'avvocato Gasparini.
LA DIFESA DI MAZZEGA
«È stata fatta la scelta di un rito previsto dal codice Vassalli per tutti gli imputati», si sono limitati a spiegare gli avvocati di Mazzega, Annaleda Galluzzo e Federico Carnelutti. All'esito dell'udienza hanno chiamato il loro assistito e gli hanno comunicato le date, del 3 ed eventualmente dell'11 luglio, già fissate in calendario dal giudice per la discussione, a cui «probabilmente parteciperà».
LA DISCUSSIONE
In quella sede accusa e difesa si daranno battaglia probabilmente non tanto sul fatto in sé quanto sul riconoscimento delle circostanze aggravanti o attenuanti che potrebbero cambiare il computo della pena in caso di condanna. Qualora il giudice aderisse in toto all'impostazione della Procura, che contesta all'uomo l'aggravante dei futili motivi, si arriverebbe alla pena dell'ergastolo, ridotta a 30 anni per la scelta del rito. Se invece l'aggravante non dovesse essere riconosciuta o il giudice concedesse le attenuanti generiche, equivalenti o prevalenti, la pena sempre in caso di condanna potrebbe scendere in un range tra i 14 e i 16 anni o, ancora, intorno ai 10.
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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