Massacrarono di botte ragazzo cinese: denunciati

Mercoledì 19 Giugno 2019
L'AGGRESSIONE
UDINE Era finito ricoverato in Terapia intensiva, in pericolo di vita, dopo essere stato colpito da un pugno che lo aveva scaraventato a terra, al termine di un diverbio originato probabilmente da una mancata precedenza. Era la notte tra il 25 e il 26 maggio scorsi. Il giovane cinese, S.M., 19 anni, residente in città, a bordo della propria auto assieme a quattro connazionali era stato inseguito da piazzale Osoppo sino in viale Tricesimo, dove, all'altezza del semaforo di Paderno, era stato bloccato in sandwich tra le due autovetture dei suoi inseguitori che lo avevano estratto a forza dall'abitacolo e poi colpito ripetutamente.
Ora gli aggressori del giovane (che, dopo essere stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico ed essere via via migliorato è stato dimesso il 4 giugno scorso) hanno un volto e un nome. I carabinieri della Sezione operativa, al termne nelle indagini che erano scattate subito dopo l'episodio, sono riusciti a ricostruire l'intera vicenda e ad assicurare alla giustizia i due responsabili dell'aggressione, che sono stati denunciati in stato di libertà all'autorità giudiziaria per lesioni personali gravi in concorso. Si tratta di due cittadini di nazionalità rumena: S.T., 26 anni, operaio incensurato e lottatore di kick boxing e C.V., 34enne, disoccupato, già noto alle forze dell'ordine, entrambi residenti in provincia di Udine. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i due denunciati e la vittima, tutti e tre alla guida dei rispettivi veicoli, si erano resi responsabili di condotte di guida pericolose e scorrette fino a giungere in viale Tricesimo dove il cittadino cinese era stato bloccato tra le altre due autovetture condotte dai due giovani rumeni, prelevato a forza dall'abitacolo e quindi picchiato.
A sferrare il pugno decisivo, quello che aveva fatto tracollare al suolo il giovane cinese (che aveva anche battuto violentemente la testa sull'asfalto) era stato - sempre secondo la ricostruzione eseguita dagli uomini dell'Arma - l'operaio 26enne romeno, un ragazzo conosciuto nell'ambiente della kick boxing regionale per aver già effettuato, tra l'altro, i primi combattimenti a livello agonistico. Gli aggressori si erano dati subito alla fuga, ma le indagini condotte dai carabinieri - e coordinate dal sostituto procuratore Giorgio Nilillo - hanno permesso di ricostruire e documentare l'intera dinamica dei fatti.
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