Marcolin: «Nessuno provi a giustificare» I sindacati: «Una piaga intollerabile»

Giovedì 24 Settembre 2020
Marcolin: «Nessuno provi a giustificare» I sindacati: «Una piaga intollerabile»
LO SGOMENTO
AQUILEIA «L'ennesimo femminicidio, questo è il termine corretto». Parla diretta, la presidente della Commissione regionale pari opportunità uomo-donna, Dusy Marcolin, commentando la tragedia di Aquileia. «Dire che l'uomo stava passando un periodo difficile - evidenzia non può essere una giustificazione. Chi di noi non attraversa momenti difficili? Una persona che usa la violenza come soluzione è un pericolo». «La Crpo Fvg non può restare indifferente a un tale atto. Dall'analisi Istat 2018 emerge che, delle 133 donne ammazzate nel 2018, l'81,2% è stata uccisa da una persona conosciuta. In particolare, nel 54,9% dei casi dal partner attuale o dal precedente, nel 24,8% da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nell'1,5% da un'altra persona che conosceva (amici, colleghi, etc.). Questa lettura deve far riflettere ogni singolo individuo sulle motivazioni reali che portano al cosiddetto femminicidio, che non è paragonabile al reato di omicidio, dove la relazione tra vittima e carnefice è di origine diversa. Ci opponiamo fermamente al cercare giustificazioni del tutto lontane dalla realtà, perché in nessun caso qualcuno sotto stress, o per motivo alcuno, deve pensare di avere un'attenuante nell'uccisione di un essere umano a cui è, o è stato, emotivamente legato. Il valore delle relazioni personali deve essere un pregio, non un alibi per poter spiegare gravi colpe e disturbi psicologici. Dobbiamo puntare su un cambio di rotta, a partire dalla cultura e dall'educazione dei giovani - sottolinea la responsabile della Crpo Fvg -. Bisogna dare maggior sostegno alle donne e garantire un servizio di vigilanza in tutte quelle situazioni critiche visibili, anche se non riusciremo a individuare le situazioni invisibili come quella di Marinella, purtroppo. Fondamentale è il ruolo dei media e della stampa, soprattutto nel non cercare false giustificazioni e attenuanti alle responsabilità individuali, piuttosto invitare le donne che vivono criticità familiari e non, a rivolgersi a centri di ascolto o segnalare gli abusi anche in forma anonima agli uffici preposti e al numero verde 1522». Per Marcolin non fa differenza se si tratta di violenza fisica o violenza psicologica, «perché è proprio a causa della violenza psicologica che le famiglie in cui mai si penserebbe possano accadere certe disgrazie si trasformano in protagoniste di episodi di cronaca nera». Dello stesso avviso anche il sindacato, con l'appello della Cisl di Udine e della Bassa friulana a lavorare tutti assieme contro ogni forma di molestia, violenza, sfruttamento. «Una piaga intollerabile, che va sanata attraverso la trasmissione di una cultura solida e radicata della non violenza ed un'educazione improntata al rispetto tra uomini e donne - commenta la coordinatrice della Cisl, Renata Della Ricca -. Basta slogan, quello che chiediamo è rispetto, l'affermazione del principio della parità tra uomini e donne, che deve essere trasmesso a tutti, partendo dai bambini e dai più giovani, e che va radicato anche attraverso un uso consapevole, rispettoso ed appropriato delle parole. In questa sfida, il Sindacato continuerà a fare la sua parte. È nostro preciso dovere non solo sostenere la parità, che significa anche autonomia e possibilità di scelta, tra uomini e donne all'interno del mondo del lavoro, ma anche dare un aiuto concreto a tutte quelle vittime di violenza familiare, che anche sul nostro territorio sono più numerose di quanto si possa immaginare e che vivono situazioni drammatiche, spesso, purtroppo, senza trovare i coraggio di denunciare. Basti pensare che, prima del lockdown, che sicuramente ha aggravato la condizione di molte donne, nel nostro centro di ascolto di San Giorgio di Nogaro, seguito anche dall'Associazione Zero/Tre, si sono rivolte già una decina di persone per trovare assistenza ed aiuto. Un dato che ci fa riflettere ed andare avanti con ancora più determinazione nella nostra azione».
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