Drone che si pilota da solo: progetto sperimentale "made in Friuli"

Domenica 26 Maggio 2019
Drone che si pilota da solo: progetto sperimentale "made in Friuli"
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UDINE - Un drone senza pilota remoto, immaginato negli States da un ex studente del Malignani di Udine, con il contributo operativo di cinque allievi di oggi della medesima scuola friulana. Se il progetto sperimentale andrà a buon fine (ragazzi e professori incrociano le dita per il test cruciale che avrà come teatro l'aerotunnel di Gorizia, la più grande galleria del vento del Nordest) e se il velivolo futuribile diventerà reale, il merito sarà anche loro.Come spiega il professor Mauro Fasano, tutor dei ragazzi di Udine, tutto è nato da un ex studente, Raffaele Baggi, partito dal Malignani (alla guida del team friulano c'è anche la sua ex professoressa di matematica Maria Fontana) e approdato negli Usa («Oggi è in Ohio», dice Fasano) come ingegnere aerospaziale, che, per la sua tesi di dottorato si è messo in testa di «dimostrare che un drone può autocontrollarsi completamente, senza pilotaggio remoto».

 
E così, avendo sapuoto che a Gorizia c'era la galleria del vento, «ci ha chiesto se eravamo interessati a collaborare con lui al suo lavoro di dottorato. Il contatto è avvenuto a luglio scorso. Da settembre i cinque studenti si sono dedicati al progetto».



Fra videochiamate e teleconferenze, il progetto è decollato - è proprio il caso di dirlo -, con grande soddisfazione degli adolescenti friulani («Abbiamo avuto difficoltà, specie con il fuso orario, ma ce l'abbiamo fatta!»), gli studenti della 5. Aer D Marco Brodan ed Enrico Meneghel dell'Isontino e Pietro Decorte della provincia di Udine e i loro compagni Thomas Marchi e Alex Odorico, sempre friulani. Il drone da circa 1.500 euro sul mercato, come spiega il docente, «acquistato dall'università americana, ci è stato spedito. I ragazzi dovevano ideare e e progettare la realizzazione di un sistema di raddoppio della deriva: invece di una coda, adesso il velivolo ne ha due. La tesi che sta sostenendo Baggi, infatti, è che il drone può autocontrollarsi senza pilotaggio remoto e che, dato un piano di volo, è in grado di eseguirlo e di affrontare anche le turbolenze, il vero problema. Insomma, diventerebbe un robot». Il nodo era proprio rappresentato dalle raffiche di vento contrario. E, dopo la cura Malignani (ma alla scuola lo chiamano upgrade), «lo testeremo a Gorizia per vedere se funziona. Gli studenti cercheranno di capire come reagisce all'impatto dell'aria». Certo, oggi il drone su cui lavorano gli studenti friulani «ha un telecomando esterno», perché «sarà Baggi ad elaborare il software di controllo da sostituire al telecomando».
IL PROGETTINO
I ragazzi friulani hanno progettato e stampato in 3D la piastra cui sono attaccate le derive, la maschera frontale ausiliaria per la galleria del vento e hanno installato l'elettronica, oltre a realizzare l'autopilota con una piattaforma open source. Le prime prove di volo all'aerotunnel sono già state fatte per raccogliere le misurazioni del velivolo e consentire al team californiano di creare proprio il software in grado di far volare il velivolo senza pilota remoto. I dati aerodinamici e i coefficienti finali raccolti permetteranno di capire se l'idea è stata vincente. L'appuntamento cruciale è fissato per il 29 maggio alle 18.30, quando, all'aerotunnel di Gorizia, alla presenza del sindaco Rodolfo Ziberna, il preside del Malignani, Andrea Carletti, firmerà un protocollo d'intesa con il Dipartimento della University of California Riverside. Nell'occasione sarà presentato anche il drone intelligente, a cui hanno lavorato i cinque ragazzi e lo Skyteam con base negli Usa.
Cdm
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Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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