LE REAZIONI
UDINE «Avevamo ragione noi». Ma è una soddisfazione

Martedì 23 Luglio 2019
LE REAZIONI
UDINE «Avevamo ragione noi». Ma è una soddisfazione amara quella del comitato pendolari Alto Friuli, che da sempre sostiene che spostare i treni passeggeri in trincea per eliminare i passaggi a livello di Udine est avrebbe comportato ritardi consistenti sui tempi di percorrenza. Ora, come confermano il parlamentare Pittoni e Rfi stessa (vedi altro articolo), si parla di incrementi fino a 15 minuti in qualche caso, per le prime 13 linee passeggeri da spostare. «La linea interrata non è ancora pronta con il doppio binario effettivo - commenta il comitato -. Si crea un collo di bottiglia con i merci. Il risultato è che ci sarà un aumento di costi per i pendolari e per la Regione: aumentando il chilometraggio, infatti, nel contratto di servizio dovrebbe aumentare anche la quota regionale». Secondo il comitato quei «15 minuti sono ancora prudenziali. Il risultato sarà che da Tricesimo o Tarcento tutti prenderanno l'auto per andare a Udine. In nessun paese al mondo i treni fanno un'ansa di 15 chilometri per arrivare in stazione, neanche a Milano». I pendolari ricordano che «la linea in cintura era nata per far correre circa 200 merci al giorno ed è strategica perché si trova sulla linea direttissima verso il porto di Trieste». Secondo il comitato la soluzione, per i passaggi a livello la soluzione va cercata altrove: «Ci sono tutte le tecnologie per trovarla senza costringere i treni passeggeri a correre in trincea. Il fatto che oggi si ammetta che spostare i convogli viaggiatori sulla circonvallazione comporta un aumento dei tempi di percorrenza che rende il servizio non più concorrenziale e un aumento dei costi per la Regione e per i pendolari conferma che quello che dicevamo è la realtà».
Ieri, invece, è saltato (per una questione di orari: si aspettavano che l'incontro in Regione fosse alle 17) il presidio annunciato fuori dalla Regione durante il vertice da un altro comitato, quello per l'eliminazione dei passaggi a livello. «Purtroppo - dice Matteo Mansi - siamo arrivati tardi. L'incontro si è tenuto alle 15 e noi siamo arrivati alle 15.45. La nostra presenza era per sollecitare un documento scritto, un cronoprogramma in cui fossero previsti i tempi e i modi per la dismissione dei passaggi a livello. Trasferire un gruppo di treni passeggeri in trincea lasciando le barriere a tempo indeterminato, vorrebbe dire lasciare le cose immutate, con la città divisa in due».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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