Le opere donate a scuole, ospedali e sedi universitarie

Domenica 18 Febbraio 2018
Le opere donate a scuole, ospedali e sedi universitarie
IL DONO
REANA Manifestazione senza scopo di lucro, uno degli aspetti più interessanti del Simposio di scultura di Vergnacco è che i lavori degli artisti di tutto il mondo non vengono venduti, ma donati e quindi sono destinati ad abbellire e valorizzare vari luoghi della regione. In particolare, la rassegna ha donato diverse opere alla Fondazione Friuli «come segno di ringraziamento spiega Roberto Cossettini, presidente del circolo culturale Il Faro che organizza l'iniziativa -, per la vicinanza e il sostegno alla nostra manifestazione». La stessa Fondazione, poi, dona a sua volta queste opere ad enti e istituzioni significative per il loro impegno sociale o culturale. In comune di Attimis, ad esempio, si può vedere Shot Down!, l'opera in marmo rosso porfirico e grigio carnico dell'artista toscano Met Devoti, che ha partecipato al simposio nel 2016. Ispirata all'immaginazione del sacro e del divino è invece Santuario 386, la scultura del giapponese Isao Sugiyama, che si può ammirare nel territorio di Nimis. Nel 2003, l'artista russa Nadia Tarasova ha intagliato nella pietra piasentina una madre solida, possente e rotonda, che controlla i primi passi del figlio, ancora instabile e protetto dal suo abbraccio: il lavoro fa parte della collezione di opere d'arte della Fondazione Friuli, che però ha deciso simbolicamente di collocarla presso l'istituto La Nostra Famiglia di Pasian di Prato. Un corpo chiuso creato nella pietra, sinuosamente armonico, rannicchiato a difendere il suo spazio e in dialogo silente con l'anima: è Silenzio, dell'americana Carole Turner, visibile a Reana mentre per la Libertà imprigionata, opera in pietra piasentina del 2001 di sapore classicheggiante realizzata dal toscano Filippo Tincolini, la Fondazione Friuli ha voluto una contestualizzazione nell'arredo urbano del territorio di Udine, posizionandola nella sede universitaria dell'ex Blanchini. Estratta dalla pietra dalla toscana Cristina Carusi, La notte della grande madre è stata donata al Cro di Aviano e ora abbellisce il parco del Centro oncologico, con il suo richiamo alla trasformazione rigeneratrice e all'ancestrale forza indistruttibile che regola l'universo. Nel 2005, la Fondazione Friuli ha donato Fondersi, dell'artista svedese Ian Newbery al Bearzi di Udine mentre L'oro degli Inca, scultura del 2007 dell'ecuadoregna Wendy Lorena Sempértegui Páez, intagliata nel rosso porfirico di Verzegnis, è andata in dono all'Afds di Rivignano. A Pordenone si possono ammirare il geometrico Perielio, della scultrice polacca Dominika Griesgraber, regalata dalla Fondazione nel 2009, e l'auspicio per un futuro di pace e vitalità, rappresentata dalle linee fluide e ispirate alla natura della scultura Volo Libero della marchigiana Francesca Bianconi (2011). Il Simposio ha donato anche altre opere create a Vergnacco, che si possono ammirare da Lignano a Givigliana. E una scultura, creata dal marchigiano Sandro Piermarini, fa bella mostra di sé in Molise, al Villaggio Friuli di Provvidenti: un dono a simbolizzare la vicinanza del Friuli a quella regione, dopo il terremoto che la colpì 2002.
AL.PI.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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