Le bancarelle fermano la festa delle viole, è polemica

Venerdì 15 Marzo 2019
SPILIMBERGO
Niente festa delle viole. Le bancarelle infastidiscono i commercianti e quindi Adriana Bardellotto, che da tanti anni organizza l'evento assieme ad un gruppo di concittadini, ha deciso di rinunciare. L'annuncio è arrivato tramite social e ha scatenato un dibattito acceso, anche perché Bardellotto è appena stata eletta vice presidente della Pro Spilimbergo. L'evento non era tra quelli dell'associazione di promozione turistica. In città si sono così create due fazioni: da una parte quanti stanno chiedendo agli organizzatori di ripensarci o di ipotizzare una nuova location, magari meno centrale ma altrettanto suggestiva come potrebbe essere Villa Businello; dall'altra sono intervenuti alcuni commercianti cittadini che hanno analizzato la situazione, ricordando come non sempre le esigenze di promozione turistica si coniughino con il fatturato dei negozi. Infatti, alcuni titolari di vetrine del centro storico hanno affermato - disponibili a pubblicare i corrispettivi giornalieri - che in concomitanza con alcune delle proposte di intrattenimento gli incassi calano anche del 40%.
Un paradosso? In realtà non è proprio così. Le vetrine che si affacciano sul centro storico non sono tutte vocate al turismo. Ci sono molti negozianti storici che hanno una clientela fidelizzata e prodotti specifici che vendono quasi solo esclusivamente ai residenti. Cittadini che quando vedono le strade invase da ospiti che vengono da fuori, preferiscono non scendere nella calca. Si spiega così l'accoglienza tiepida che molti commercianti riservano ad alcune iniziative, come la festa delle viole che è appena stata annullata. Senza dimenticare che i soldi dei turisti sono sempre quelli: se vengono investiti nelle bancarelle difficilmente entreranno anche nelle tasche dei negozianti stanziali. Una situazione che dovrà essere affrontata proprio dalla Pro Spilimbergo, per cercare di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di tutti. In campo dovrà scendere anche il Comune, che si sta prodigando per fare della città del mosaico un polo turistico e che forse non aveva fatto i conti con questi mal di pancia dei commercianti, il cui eco si è progressivamente diffuso fino a consigliare di stoppare anche la terza festa di piazza del 2019: dopo San Valentino e il Carnevale (quest'ultimo celebrato in tono minore grazie a una toppa del Comune, visto che la Pro loco era acefala), bloccati anche ai fiori. La comunità dovrà però interrogarsi su come interrompere questo declino, per non disperdere un patrimonio di bellezze artistiche e culturali che ha pochi eguali in provincia.
L.P.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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