LA STORIA
UDINE Le cicogne sfrattate - per così dire dal nido occupato

Martedì 18 Febbraio 2020
LA STORIA
UDINE Le cicogne sfrattate - per così dire dal nido occupato da quasi un decennio potrebbero aver trovato una nuova casa. Anzi, due. Il condizionale è d'obbligo, perché per ora si tratta solo di ipotesi. Ma, assicura il presidente dell'associazione Amici dell'Oasi dei Quadris di Fagagna, Enzo Uliana, c'è già una doppia possibilità su terreni privati per rimpiazzare il nido che un altro proprietario non vuole più sul suo fondo. Il sindaco Daniele Chiarvesio, d'altronde, nei giorni scorsi spiegava che «stiamo cercando di trovare una soluzione alternativa. Sarebbero due nidi al posto di uno: una cesta su terreno pubblico e una su spazio privato». Ma andiamo con ordine.
IL TRASLOCO
Dell'ipotesi di un trasloco forzato della piattaforma da un palo della luce su terreno privato su cui le cicogne nidificano ormai da almeno un decennio si è cominciato a parlare dopo che quella cesta si è incrinata, finendo a ridosso dei cavi dell'alta tensione, con il rischio (fortunatamente) evitato che ci potesse essere anche un principio di incendio. Da qui la necessità di rimuoverla e sostituirla. Ma, anche se e-distribuzione sarebbe stata disponibilissima, è a quel punto che, come ricostruito dal sindaco e da Uliana, il proprietario del terreno ha detto no. Il motivo? «Dice che il nido sporca», ha spiegato il sindaco, che ha anche ricordato come ci fosse un piccolo antefatto legato al medesimo cittadino, per un altro palo (ma del telefono) e un altro nido (ma su suolo pubblico) che, secondo lui, «gli avrebbe creato interferenze telefoniche sulla linea della ditta, anche se Telecom assicura che non è così». Questo secondo nido, però, dal momento che si trova su terreno pubblico, è stato ricollocato al suo posto.
LA PETIZIONE
Per la piattaforma sul palo della luce che insiste sul fondo del privato in via Caporiacco, invece, è un'altra storia. È scattata anche una petizione on line, promossa da Vittoria for animal rights per chiedere che «nessuno sposti i nidi delle cicogne»: «Abbiamo raccolto 1.275 firme», spiegava ieri Chiara Vattolo. Per parte sua, il primo cittadino ha tentato a più riprese la strada della mediazione. «Ma il signore - spiegava nei giorni scorsi Chiarvesio - sembra irremovibile. Per questo, stiamo cercando una soluzione alternativa lì vicino. Pensiamo addirittura di realizzare due nidi al posto di uno: una cesta su suolo pubblico e una su suolo privato. Significherebbe spostare il nido di 20-30 metri. C'è un'interlocuzione in corso». Proprio fra ieri e oggi il primo cittadino contava di chiudere la partita, anche perché i lavori per realizzare i nuovi nidi dovrebbero partire in tempo per il giorno della cicogna, domenica 1. marzo (dalle 10) quando a Fagagna saranno liberati i volatili, a cui i bambini daranno un nome: nell'occasione anche i gestori dei centri di recupero della fauna selvatica di Campoformido, Terranova, Fontanafredda e della provincia di Treviso libereranno alcuni loro ospiti curati, accuditi e pronti a riprendere la loro strada.
L'OASI
La disponibilità da parte di altri privati non manca. «Le famiglie Pugnale e Chiementin - spiegava ieri Uliana - sono disposte ad ospitare una cesta sul loro terreno, vicino a dove si trova la piattaforma che va rimossa». Ovviamente, tutto questo dovrà fare i conti con le cicogne medesime, visto che «sono loro a decidere dove nidificare», come ricorda il presidente del sodalizio che si prende cura delle cicogne (una trentina le coppie nell'area di Fagagna) e degli ibis eremita che si sono accasati nell'Oasi. «Avere due nidi al posto di uno solo sarebbe una buona soluzione, ma dipende dalle cicogne. Speriamo che non tornino sul vecchio palo».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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