LA STORIA
PORDENONE In questi giorni, con le scuole chiuse per Covid 19, è

Mercoledì 8 Aprile 2020
LA STORIA
PORDENONE In questi giorni, con le scuole chiuse per Covid 19, è a San Vito con i figli. Per stare con mamma e papà. Ma Silvia Molinaro da San Vito era partita circa 20 anni fa, sfidando tutto e tutti. E la sfida l'ha vinta. Poche settimane fa, a soli 42 anni, è stata scelta dalla Company per dirigere il canale Out of Home di Coca-Cola Hbc. «Bisogna crederci sempre - è il credo della top manager - e non avere paura di mettersi in gioco e rischiare. Quando, finiti gli studi, ho avuto l'opportunità di lasciare San Vito grazie a una borsa di studio della Cattolica non ci ho pensato un attimo. Mi ci sono catapultata. In tasca avevo solo sogni, poche certezze ma una gran voglia di misurarmi col mondo. E oggi dirigo uno staff di 800 persone. E tutto è iniziato da quella sfida».
Silvia Molinaro è una sanvitese doc. Dopo la laurea in Scienze Politiche a Trieste, si è specializzata in Category Management, Marketing & Media all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Prima di approdare in Coca-Cola Hbc Italia, ha maturato numerose esperienze nel Trade Marketing Management in importanti società internazionali quali Masterfoods, Mondelez International e Reckitt Benckiser (ex Mira Lanza). «Ho sempre creduto che non bisogna avere paura di sporcarsi le mani - attacca Molinaro - con lavori umili. Sono opportunità di crescere facendo qualcosa di diverso da quello che ci si aspetta. Mi è capitato di rifiutare offerte d'oro per dedicarmi a cose che sapevo mi avrebbero arricchito e aiutato a crescere. Ho scelto di fermarmi e di non prendere l'ascensore. Ma così sono quella che sono. Oggi sto affrontando la nuova sfida in Coca Cola, dove mi trovo da un paio d'anni. Ma per farlo ho lasciato un posto nel Cda».
Molinaro quanto importanti sono state le sue radici?
«Sono state fondamentali. Oggi guardando i miei figli Orlando e Ada mi chiedo saprò trasmettere loro gli ideali che mi hanno insegnato papà Pierino e mamma Maria Tramontina?. Se oggi vivo questa realtà è merito a loro che mi hanno insegnato a non arrendermi mai. E per farlo mi parlavano della ricostruzione post terremoto 1976. Ma da loro arrivano anche la passione per il lavoro, l'amore per la conoscenza e l'onestà».
Cosa ricorda dell'infanzia a San Vito?
«Tutto. Sono stati anni bellissimi e felici. Già allora amavo leggere. Poi ho imparato subito l'inglese che mi ha aiutato tantissimo. Ricordo il pattinaggio, praticato con mia sorella Marta, e le passeggiate lungo i corsi d'acqua e la campagna. Poi lo studio. Il liceo a San Vito. Le sfide con mio fratello Fabio. E infine la laurea a pieni voti in scienze politiche».
Mamma e papà sono state presenze importanti. Ma quando è nata la voglia di indipendenza?
«Mentre mi laureavo mi sono trovato un lavoretto in una azienda che collaborava con la Bo Frost. Poi è arrivata la borsa di studio alla Cattolica. In tasca aveva pochi spiccioli ma tanti sogni. Studiavo e, sfruttando la mia conoscenza dell'inglese, lavoravo in uno studio di design a Milano. Incontravo soprattutto clienti statunitensi e giapponesi. Lì ho imparato che bisogna essere umili ma credere sempre in se stessi».
Quando la muta da bruco a farfalla?
«La borsa di studio mi ha aperto le porte sul mondo del lavoro. Ho iniziato a fare colloqui con varie multinazionali. E mi si è aperto il mondo. Ho scelto l'occupazione che ritenevo più adatta alla mia sensibilità e il contratto a tempo indeterminato. Giravo per i supermercati della Lombardia, per conto di un colosso (Mars, ndr) con un'auto aziendale e uno stradario che mi aveva regalato papà. Ancora oggi non ci credo quando su internet trovi gli indirizzi senza fare fatica. Sembra anni luce e invece accadeva solo pochi anni fa».
Poi una scalata inarrestabile, passando da un grande gruppo industriale e a un altro, mettendosi sempre in luce fino all'approdo in Coca Coca Italia?
«Vero. E qui decisive sono state le mie radici friulane e l'amore per il lavoro che facevo. E mi creda è una merce rara quell'amore che ho incontrato solo nella gente di questa terra. Ho rischiato, sono cresciuta come persona e come manager. Ho accettato sfide che mi hanno portato a Genova e poi mi hanno fatto tornare a Milano. Infine l'approdo in Coca Cola. Prima la responsabilità di una quarantina di persone e un posto nel Cda e adesso questa sfida affascinante, lavorando con un gruppo di 800 persone. Fantastico».
Silvia Molinaro nonostante questa incalzante scalata ha avuto il tempo di trovare l'amore e diventare due volte mamma. Ci crede?
«Sono ancora dentro a quel sogno. Michele, milanese, l'ho conosciuto nel 2011 durante un viaggio in barca (una delle mie grandi passioni) in Grecia. È stato amore quasi a prima vista. Ci accomunano tante cose (lui è adesso è un manager di Amazon) a partire dall'amore per i viaggi. Ho girato l'Asia in lungo e in largo (India, Thailandia, Sri Lanka) ma sono stata anche a Cuba e in Iran. Dopo 4 anni è nato Orlando e dopo altri due anni Ada. Nel 2019 abbiamo deciso di sposarci. E il fatidico sì lo abbiamo pronunciato in Friuli».
E adesso il sogno può continuare.
Roberto Ortolan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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