La storia

Venerdì 19 Luglio 2019
LA STORIA
UDINE «Se si chiede a mia mamma, dice che ballavo anche in pancia. Il ballo è sempre stato parte integrante di me». E dev'essere proprio scritto nel suo Dna, visto che oggi sul palco degli eventi di fitness, Federica Boriani, 29 anni fra pochi giorni (è nata a Udine il 24 luglio del 1990), figlia di due bancari, Virginia e Andrea, è una star di Salsation, una disciplina ideata da un venezuelano che vive a Pechino, che sposa ritmi e movimenti ginnici con un forte focus sulla musicalità. Una carriera lampo, per una ragazza partita da Feletto Umberto con l'idea di studiare il tedesco, che poi ha scelto di restare in Germania (dove vive da 9 anni e dove, ma a Berlino, abita anche sua sorella maggiore, che sente «quasi ogni giorno») e fare della ginnastica e della danza la sua professione. Oggi nel suo curriculum, Federica vanta worskshop, master class e allenamenti per istruttori fra la Polonia e la Spagna, la Malesia, l'Indonesia, l'Olanda, l'Austria, la Germania, il Cile e la Lituania. E ai ragazzi dà un solo consiglio: «Prendere in mano la propria vita»
Dove ha studiato e che ricordi ha della scuola?
«Ho frequentato lo Zanon di Udine con indirizzo comunicazione e marketing: anni intensi, belli e difficili allo stesso temp. Direi che il tutto si possa racchiudere nella parola adolescenza. Di una cosa sono certa, non importa in che parte del mondo vivo, gli amici del cuore di allora continuano ad esserlo anche oggi. Ho studiato tre anni in un'accademia tedesca a Monaco di Baviera per diventare insegnante di sport, ginnastica e danza».
Com'è diventata master di salsation?
«Il fondatore, Alejandro Angulo, mi ha vista fare lezione ad un evento al nord della Germania dove partecipavo come presenter per un'altra disciplina di danza fitness e a conclusione del mio corso mi disse: Ti voglio nel mio team».
Come definirebbe salsation per chi non la conosce?
«Salsa: inteso come un mix, una miscela di ritmi, culture, danze e movimenti fitness. Sensazione: forte focus sulla musicalità, l'espressione lirica e allenamento funzionale. Una disciplina capace di trasmettere l'entusiasmo della danza e l'efficacia del fitness».
Perché ha deciso di affrontare questa avventura?
«Perché ho voluto ascoltare il mio istinto, la mia passione, cosi´grande da non poterne fare a meno. L'insegnamento doveva per forza diventare il mio lavoro».
Quando ha conosciuto l'ideatore?
Nel 2015 al Latin Dance Camp-Ostee vicino ad Amburgo. Lui è venezuelano, ma vive a Pechino da 21 anni».
Dicono che sia come una grande famiglia la vostra. È così?
«Proprio così. Siamo un gruppo di persone, che viene da tutte le parti del mondo, appassionate e che amano stare con il loro pubblico, allievi e partecipanti. Ci piace ispirare e motivare, crediamo nell'aiuto che possiamo dare alle persone a trovare la propria passione. È un modo di pensare che ci accomuna e che automaticamente si moltiplica e ci unisce».
Oggi lei è una star nel suo mondo. Quanti Paesi ha girato?
«Mi reputo fortunata ma non mi sento una star - e sorride -. Fino ad oggi ho avuto la possibilità di viaggiare molto tra Cile, Spagna, Polonia, Repubblica Ceca, Olanda, Germania, Austria, Lituania, Malesia e Indonesia».
Quanti allievi ha formato?
«Ups... ho perso il conto, ma penso qualche centinaio».
Ha ricevuto premi o riconoscimenti?
«Sì, nel 2018 l'azienda Salsation® mi ha assegnato un certificato di eccellenza, riconoscendo i miei successi e il mio continuo duro lavoro».
Nel frattempo lei insegna a Monaco. Come mai l'ha voluta come base? Scelta o casualità?
«Inizialmente è stato il destino a portarmi qui, l'idea era quella di perfezionare la conoscenza della lingua. Poi è stata una scelta. Ho deciso di restare di frequentare il corso di formazione triennale per Sport ginnastica e danza presso l'accademia Kns... Oggi sono io ad insegnare alle nuove leve...».
Si trova bene?
«Sì, Monaco mi piace, offre molto, una qualità della vita insuperabile. Nella classifica delle città più vivibili al mondo si posiziona ormai da anni tra i primi posti. Ed in effetti ad ottobre saranno ormai 9 anni che vivo qui».
Cosa le piace e cosa non le piace della Germania?
«Ovviamente la loro birra ed il pane nero... Scherzi a parte, apprezzo la loro organizzazione, l'efficacia dei loro servizi, l'ordine e la sicurezza. Mi piace saper di poter essere indipendente. Adoro il loro modo di essere rispettosi dell'ambiente, vivere in una città dove ci si può muovere principalmente con la bici o i mezzi pubblici. Come impatto sembrano essere più freddi e distaccati di noi, ma quando crei un legame d'amicizia, allora sai che ti puoi fidare e che per te ci sono. Ma anche loro hanno i loro difetti, per esempio non sono una grande fan del loro modo frenetico di vivere la quotidianità, sempre sotto stress, e per come sono fatta io all'inizio il loro atteggiamento distaccato è stato difficile da affrontare, ma sta a noi saperci focalizzare sulle cosa positive e addolcire un po' gli aspetti negativi».
Come mai ad un certo punto ha deciso di lasciare il Friuli?
«Il 2010 è stato per me un anno abbastanza difficile durante il quale ho messo in discussione tutte le mie scelte compresa quella di seguire gli studi inerenti a scienze motorie. Da qui la mia scelta di prendermi un anno sabbatico, ma senza perdere tempo e così ho deciso di perfezionare le lingue. Ho trovato una famiglia, a Monaco, che mi ha ospitato come ragazza alla pari. Inizialmente l'idea era quella di studiare bene il tedesco e poi rientrare e proseguire gli studi nel campo o del turismo o come interprete. Ma le cose sono andate diversamente»
Ha patentini di moltissime discipline da acquagym a zumba. Quando ha capito che il fitness era la sua strada?
«Sono sempre stata sportiva ed ho sempre amato ballare, quando ho deciso di iscrivermi all'accademia di Sport ginnastica e danza, ho pensato di sfruttare al meglio tutte le opportunità che mi venivano offerte, perciò quando l'accademia ha proposto la possibilità di acquisire anche altri patentini extracurricolari ho deciso che era un'occasione da non perdere, ed ho frequentato tutti i corsi di formazione possibili. Per quanto riguarda la mia formazione, il primo vero e proprio corso l'ho iniziato a 4 anni partecipando alla Azzurra Danze (oggi Funny Center a Feletto) poi Salammbò, Royal Dance con Barbara e poi seguii il mio grande maestro Nefer Rojas, al quale devo molto, al New life center, dove creammo il dance team Friuli».
Torna spesso in Friuli?
«Torno a casa dalla mia famiglia, il mio cane e i miei carissimi amici il più spesso possibile, altrimenti è come se mi venisse a mancare l'aria. Ringrazio la tecnologia che accorcia le distanze: Skype, FaceTime, le videochiamate mi hanno salvata in molte situazioni».
I suoi genitori saranno contenti di lei, immagino.
«Sono soddisfatti di vedermi realizzata in quello che faccio anche se a volte vorremmo tutti vivere nello stesso paese».
C'è qualcosa che le manca di Udine?
«La gioia nell'uscire a fare le spese o passeggiate e poter salutare i piccoli commercianti, il vicinato, quelle persone che ti hanno vista crescere e che ti stropicciano il naso e dicono: Alore frute, ce mut? Ce grande che tu ses. Mi manca la buona cucina, i vicoli di Udine, vedere le montagne in lontananza o essere al mare in 40 minuti».
Cosa invece non le manca proprio?
«Il bus che non arriva, le strade ciclabili che iniziano e finiscono senza una logica, la sensazione che ci siano poche opportunità per i giovani».
Si porta qualche cibo da nostalgia quando torna dal Friuli?
«A volte vengo con la valigia praticamente vuota e torno con 20 chili di ricotta, stracchino, tarallucci, polenta, vino, olio, caffè e ortaggi. Quelli dell'orto hanno un altro sapore».
Tornerà a vivere e lavorare in Friuli?
«Chi lo sa. Mai dire mai».
Che consiglio darebbe a un ragazzo o ragazza friulana che vuole fare la sua carriera?
«Direi di prendere in mano la propria vita e di farne un capolavoro seguendo la passione, lasciando stare gli schemi predefiniti che ti dicono come dovrebbe andare la tua vita, studia, impara, sii curioso e mettici il cuore in quello che fai. Il sacrificio fa parte del percorso e penso che non importa se vivi in Friuli o in Germania. Lo spirito fa la differenza».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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