LA SITUAZIONE
UDINE Niente test a tappeto a Tolmezzo, ma la necessità di

Domenica 29 Novembre 2020
LA SITUAZIONE
UDINE Niente test a tappeto a Tolmezzo, ma la necessità di arginare «con maggiore tempestività» i focolai. Mentre proseguono gli screening su tutta la popolazione (su base volontaria) a Sutrio e negli altri comuni identificati dalla Regione, nel centro carnico al confronto fra Regione e Comune si mette un punto fermo. «A Tolmezzo - dice il sindaco Francesco Brollo - i tamponi di massa non li fanno. Si è parlato anche di questa ipotesi, ma una cosa è farlo su paesi di 500 abitanti, uno su una città da 10mila come la nostra. Io ho chiesto che, piuttosto che fare uno screening di massa, le forze a disposizione vengano impiegate per essere molto più tempestivi nel contenimento dei focolai, anche familiari che emergono. La partita si gioca tutta lì». Insomma, «piuttosto che fare tamponi a tappeto, meglio che siano puntuali e veloci nel tracciamento», conclude il sindaco della cittadina carnica che fa i conti con «quasi 300 positivi», di cui «circa 180» attribuibili ai focolai esplosi nel carcere e nella casa di riposo, oltre che «nella comunità Piergiorgio, dove una ventina di persone fra operatori e disabili è risultata positiva. Adesso hanno rifatto i tamponi e siamo in attesa dell'esito». Aspettano di conoscere i risultati anche i salesiani del Collegio Don Bosco di Tolmezzo: «Venerdì - spiegano - ci siamo sottoposti al tampone in quattro, dopo che un sacerdote è risultato positivo ma asintomatico. Un altro di noi aveva già avuto il covid in precedenza. Essendo rimasti a contatto per parecchi giorni, il distretto ci ha suggerito di fare i test. Speriamo lunedì di avere l'esito». A quanto riferito dal vicepresidente Riccardo Riccardi, «con il sindaco abbiamo valutato la possibilità di mettere in campo, nel caso in cui ne emergesse la necessità, indagini puntuali sul fenomeno» dei contagi a Tolmezzo. Riccardi ha assicurato che l'ospedale «resterà una struttura covid free».
LO SCREENING
Intanto continuano i test antigenici a tappeto. In provincia, dopo Socchieve è toccato a Sutrio, dove ieri, come spiega il sindaco Manlio Mattia «sono stati fatti 429 esami, di cui 7 risultati positivi. Siamo partiti da Priola e Nojaris. Ha aderito una buona parte della popolazione. In comune, attualmente i positivi sono circa 45 in tutto su 1250». Oggi si prosegue con il resto dei cittadini, nei gazebo allestiti sotto il municipio, con un'organizzazione che è valsa al sindaco i complimenti di Riccardi (ma Mattia ricorda anche la Protezione civile e «il vigile Alessandro Vettorato»). A Socchieve (che ha fatto da apripista), in tre giorni di test, dice il sindaco Coriglio Zanier, «la comunità ha risposto in modo compatto». Secondo i dati della Regione, su 916 abitanti sono stati in 579 ad aderire ai test, con 7 positivi. Un dato che, dice il sindaco, fa salire il totale a «quasi una ventina di persone contagiate». A Paularo, invece, si parte domani. «Ormai il numero di positivi è costante, sul centinaio di casi - dice il sindaco Daniele Di Gleria -, con un'alta incidenza sui 2.450 abitanti. Abbiamo iniziato a distribuire i moduli precompilati. I prelievi saranno fatti nella sede della Protezione civile di via Piave». Il virus è entrato anche in «una casa albergo per anziani del Comune, dove su 13 ospiti quattro sono risultati positivi, oltre a tre operatori. Il gestore ha isolato le persone contagiate e la situazione è sotto controllo». Sulla possibilità di allargare lo screening ad altri comuni oltre a quelli indicati dall'ordinanza di Fedriga, Riccardi ha fatto sapere che la Regione sarebbe pronta ad andare a compiere indagini massive nelle zone che in questo momento hanno un andamento del contagio elevato.
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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