LA SFIDA
UDINE Otto milioni il prossimo anno e 14 milioni per il 2020 e per il

Mercoledì 12 Dicembre 2018
LA SFIDA UDINE Otto milioni il prossimo anno e 14 milioni per il 2020 e per il
LA SFIDA
UDINE Otto milioni il prossimo anno e 14 milioni per il 2020 e per il 2021. Complessivamente, quindi, 36 milioni nel triennio per contribuire a togliere al Fvg un triste primato in Italia: la vetta della classifica per denatalità. In prospettiva, occorre invertire la rotta e allora ieri la Giunta Fedriga ha dato il via libera a un emendamento alla legge di Bilancio 2019 che prevede l'abbattimento della retta dell'asilo nido per il secondo figlio, arrivando a coprire un importo fino a 600 euro al mese. Inoltre, rispetto a quanto accade ora, il limite Isee per poter accedere al beneficio sale da 30mila a 50mila euro, comprendendo quindi il cosiddetto ceto medio.
«È una misura a sostegno della famiglia e del futuro della nostra regione spiega l'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli -. Se pensiamo che i dati Istat rilevano come l'occupazione delle donne fra i 25 e i 45 anni sia molto superiore tra coloro che non hanno figli, questo contributo intende essere un volano per un profondo cambio culturale».
Il tasso di natalità è in continuo calo (6,7 per mille abitanti nel 2017, da 7 del 2016; 1,3 figli per donna) e il tasso di crescita naturale (la differenza tra nati e morti) l'anno scorso ha toccato -5,3 punti per mille abitanti, come si legge nel rapporto Regioni in cifre 2018 pubblicato a novembre. In tale studio si evidenzia anche che nel confronto con le regioni e gli stati vicini, il Fvg ha il tasso di fecondità totale, o numero di figli per donna feconda, più basso dell'area (tra Veneto, Carinzia, Trento, Bolzano, Slovenia e Croazia), ed ha invece la metà della popolazione con almeno 48,5 anni, cioè il valore più alto fra tutte le regioni contermini.
Ora fare più di un figlio in Fvg sarà possibile, afferma indirettamente la misura, anche se si ha un lavoro o se si è nelle condizioni di non occupazione ma non ci si intende precludere il futuro lavorativo. La copertura economica prevista è infatti significativa, tanto da rendere quasi residuale, anche se in rapporto al reddito, la quota della retta che resterà a carico delle famiglie.
Con le misure in vigore in Regione «arrivano circa 2.600 domande dettaglia Zilli -. L'intervento punta almeno a raddoppiare questa cifra». E c'è di più. Si comincia, infatti, con lo stanziamento di 8 milioni per il prossimo anno (a partire da settembre), «ma siamo pronti ad aumentare la cifra nell'assestamento di luglio, quando potremo valutare il numero di richieste pervenute. Abitualmente le richieste si consolidano a giugno».
La Giunta ieri si è anche occupata del mondo della piccola e media impresa e delle associazioni di categoria, varando una misura che è «una piccola rivoluzione», come l'ha definita l'assessore alle Attività produttive Sergio Bini. Ovvero, la concessione dei contributi non avverrà più attraverso bando ma nella forma del credito d'imposta. «Una procedura che ha aggiunto snellirà l'iter burocratico che oggi appesantisce le giornate dei nostri imprenditori». La misura vale 5 milioni ed è rivolta alle Pmi operanti sul territorio regionale in regime di de minimis. Prevede il riconoscimento del credito di imposta sulle somme investite dalle aziende in attività di ricerca e sviluppo, informatizzazione 4.0, attività di fusione e di acquisizione. Nel concreto la Regione siglerà apposite convenzioni con l'Agenzia delle Entrate affinché il credito d'imposta sia riconosciuto sull'imponibile Iva o Irpef che le aziende versano all'erario.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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