La protesta più accesa e rabbiosa nella storia della società bianconera

Lunedì 23 Aprile 2018
La protesta più accesa e rabbiosa nella storia della società bianconera
SILENZIO E RITIRO
UDINE La pazienza ha un limite e dopo l'ennesimo tonfo clamoroso di ieri, i tifosi si sono accesi, hanno perso le staffe. Hanno contestato come forse mai era successo da quando l'Udinese è in serie A. Gli applausi che, soprattutto la Curva Nord, il pubblico non aveva lesinato ai propri beniamini sino al gol del traditore Faraoni (i fan bianconeri anche in segno di stima gli hanno giustamente battuto le mani), si sono tramutati in fischi, poi in offese e in ingiurie. Nei confronti di tutto e di tutti. Il solo Massimo Oddo è stato risparmiato, come del resto era successo sabato al Bruseschi, nel corso del lavoro di rifinitura, quando duecento ultra hanno inscenato una mini-contestazione con principale obiettivo Jankto invitato ad andare alla Juventus. E proprio sabato pomeriggio si erano create le premesse per il pandemonio di ieri: erano stati esposti al Brusechi striscioni con scritte inequivocabili del tipo: Se perdete non uscite, oppure Se andate in B vi facciamo un c... così.
Sembrava che il gol-capolavoro di Lasagna dopo 5' fosse il primo segnale di festa, del ritorno al successo che avrebbe significato la permanenza in A: poi, come quasi sempre le è successo in questi due mesi d'inferno, l'Udinese ha perduto palloni su palloni, hanno cominciato a tremare le gambe un po' a tutti e alla fine è stata l'ennesima sconfitta.
Quella che ha dato il la alla contestazione. Vi hanno partecipato numerosi tifosi, soprattutto quelli della Nord e le forze dell'ordine hanno avuto il loro da fare per evitare che la situazione degenerasse. C'è stato un ferito, uno steward che si era opposto che alcuni tifosi entrassero nello stadio dal portone d'ingresso principale e che ha ricevuto un cazzotto al volto. Altri hanno cercato di entrare addirittura negli spogliatoi, ma sono stati ricacciati all'esterno.
Sono state due ore di tensione e anche di paura. Con i giocatori e Oddo rintanati nello spogliatoio rigorosamente chiuso e protetto dal personale di servizio e dagli steward. Nessuno è uscito. Nessuno ha parlato. Poi verso le 20.15, quando la gran parte dei contestatori è rincasata, la squadra ha lasciato la Dacia Arena per trasferirsi in un hotel cittadino dove rimarrà in ritiro sino a sabato quando partirà per Benevento salvo che Pozzo (Gianpaolo), di concerto con il nuovo allenatore, non disponga altrimenti. Non è da escludere infatti che la squadra lasci il Friuli con 24 ore di anticipo, se non addirittura già mercoledì, onde evitare che venga a contatto con i tifosi che potrebbero inscenare nuove manifestazioni di contestazione durante gli allenamenti, ma anche al termine del lavoro quotidiano.
E in questo momento i bianconeri hanno bisogno soprattutto di tranquillità, anche se sono imperdonabili. E pensare che la tifoseria friulana è considerata tra le più educate e più civili d'Italia ed era dal 1994, dopo il 3-3 casalingo con la Cremonese del 24 aprile e che sancì la retrocessione in B, che la squadra non veniva contestata in maniera così accesa.
Ma allora tutto durò pochi minuti. E anche allora, come ieri, non si verificarono incidenti gravi.
Guido Gomirato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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