LA POLEMICA
UDINE Fedriga non molla nel braccio di ferro sul distanziamento a

Venerdì 7 Agosto 2020
LA POLEMICA
UDINE Fedriga non molla nel braccio di ferro sul distanziamento a bordo di treni e bus. «Se il Governo proseguirà sulla linea che ha voluto tracciare sul trasporto pubblico locale, di fatto non permetterà la riapertura delle scuole», ha dichiarato il presidente della Regione che a suo tempo aveva dato il via libera per un ritorno alla normale capienza sui convogli regionali e su autobus e corriere. Dal ministero, fanno sapere che «il Dpcm verrà fatto in base al verbale del comitato tecnico scientifico». Ma anche i presidi sono preoccupati per le prospettive, soprattutto perché «ad agosto è molto tardi per cambiare le carte in tavola. Si rischiano grossi disagi per le scuole e per le famiglie soprattutto», come dice Luca Gervasutti, dirigente scolastico del liceo Stellini di Udine in prima linea con i colleghi nel confronto sul rientro in aula.
LA REGIONE
Massimiliano Fedriga difende l'operato della Regione e sferza il Governo: «Il Friuli Venezia Giulia è intervenuto sempre in modo responsabile, con disposizioni capaci di conciliare la tutela della salute pubblica con la ripresa delle attività economiche e, in un futuro ormai prossimo, con la riapertura delle scuole. Se il Governo intende andare in un'altra direzione, deve fornire alle Regioni, oltre che le risorse necessarie, anche mezzi e personale, altrimenti si rischia che le scuole non si aprano», conclude.
I PRESIDI
Il nodo trasporti è uno dei punti chiave per il rientro in aula dei ragazzi. «Anche quando ci sono stati gli incontri con l'amministrazione regionale, con l'assessore Rosolen e il direttore Beltrame, il tema è stato sempre trattato - dice Gervasutti - . Non sembrava rappresentare un problema proprio perché erano state date rassicurazioni sul fatto che nulla sarebbe cambiato. Adesso se il nuovo Dpcm impone queste nuove regole di distanziamento, sarà tutto quanto da discutere di nuovo. Ma le scuole, anche nel definire i nuovi orari hanno tenuto conto anche dei vincoli posti in regione in tema di trasporti. Abbiamo cercato tutti di darci una mano: noi, le aziende di trasporti, la Regione. L'ipotesi che si debba rispettare le distanze rimetterebbe tutto in discussione. Mi chiedo come potrebbero fare la Regione e le società di trasporti a garantire agli studenti di arrivare in orario a scuola e di tornare ad un orario adeguato alle loro abitazioni. Un problema molto grave che dovrà essere dibattuto. Ad agosto è molto tardi per cambiare le carte in tavola: a questo punto può comportare disagi enormi per le famiglie e le scuole. Siamo rimasti tutti spiazzati dalla decisione».
I PENDOLARI
Contro le distanze a bordo treno si schierano senza se e senza ma i comitati di pendolari friulani, che già a inizio giugno con i colleghi veneti avevano firmato una lettera per il ritorno alla normalità, che poi in Fvg c'è stato. «Manteniamo fede alla lettera di giugno - dice Andrea Palese del comitato viaggiatori Alto Friuli -. In Fvg allo stato non c'è nessun problema di sovraffollamento, non si arriva neanche al 50% della copertura dei posti. Procedere al distanziamento con i sedili a scacchiera significa tornare indietro di due mesi, costringendo Trenitalia a potenziare i treni e a togliere altre corse, creando così disagio agli utenti. E poi non ha senso prendere la decisione il 10 agosto quando da almeno due mesi il tpl doveva essere uno dei problemi principali da risolvere. Poi, siamo nella settimana clou delle ferie: è anche un colpo mortale al turismo. Non si capisce poi perché gli aerei possono volare al 100% della capienza e i treni non possono viaggiare con tutti i sedili occupati». Ma il comitato tecnico scientifico ha spiegato che sui velivoli ci sono particolari sistemi di filtraggio.
LE AZIENDE
Le aziende stanno alla finestra. «Per ora - fa sapere Saf - non ci sono disposizioni regionali che riducano la capienza, E vista l'affluenza il problema non si porrebbe comunque fino alla riapertura delle scuole». Idem Trenitalia, che spiega: «Ottemperiamo alle disposizioni delle autorità competenti. Per noi al momento in regione è valida l'ultima disposizione assunta dal presidente Fedriga. Inoltre, i convogli viaggiano ancora circa a metà capienza comunque, dal momento che siamo ancora al 50% dei viaggiatori con il 100% dei treni, almeno per quanto riguarda la Udine-Venezia». Ad esprimere «perplessità e contrarietà sulla scelta della Regione» sono invece Cgil, Cisl e Uil, che scrivono alla giunta per chiedere «un tavolo sulla riorganizzazione del servizio».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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