La pandemia rallenta Rt e contagi in calo

Venerdì 18 Dicembre 2020
IL REPORT
UDINE Migliora lentamente la situazione del Friuli Venezia Giulia, non solo dai dati di giornata ma anche secondo i parametri della bozza di monitoraggio che l'Istituto superiore della sanità ha inviato alla regione. Scendono ulteriormente i ricoveri così come gli isolamenti domiciliari.
IL MONITORAGGIO
Guardando al parametro dell'indice Rt si è notato un calo da 0.97 allo 0.7 registrato la scorsa settimana. In miglioramento pure il tasso di occupazione delle Terapie intensive, sceso al 32% dal precedente 37%, e dei reparti di Medicina in calo di un punto percentuale (51%). Da registrare inoltre una diminuzione dei tamponi positivi sui nuovi tamponi (da 24.9% a 22.2%) mentre il setting territoriale è passato da 25.7% a 22.3%. Aumentano invece i positivi nel monitoraggio ospedaliero (da 19.8% al 21.6%). Diminuisce anche il numero di focolai attivi (da 1.950 a 1.859) e quello di nuovi focolai (da 826 a 689). In calo infine il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (da 1.329 a 1 235).
I NUMERI DI GIORNATA
Sono stati rilevati 707 nuovi contagi, il 7,22% dei 9.794 tamponi eseguiti mentre risalgono a 57 (ieri erano 54) le persone ricoverate in terapia intensiva, calano ancora quelle in altri reparti che si attestano a 630 (ieri erano 634). Diminuiscono le persone in isolamento, che risultano essere 12.534 (-529). Le persone risultate positive al virus in regione dall'inizio della pandemia ammontano in tutto a 42.806, di cui: 9.210 a Trieste (+94), 19.074 a Udine (+336), 8.891 a Pordenone (+186) e 5.099 a Gorizia (+76), alle quali si aggiungono 532 persone da fuori regione (+15). Sono invece stati 26 i decessi da Covid-19, di cui 17 in provincia di Udine, a cui si aggiunge un ulteriore decesso avvenuto il 12 dicembre. I casi attuali di infezione sono 13.856. I totalmente guariti sono 27.584 mentre i clinicamente guariti 635.
FONDAZIONE GIMBE
Friuli Venezia Giulia ai primi posti nel Paese per numero di persone testate ogni 100 mila abitanti, in calo rispetto allo scorso rilevamento ma sempre tra i più alti d'Italia. E' quanto emerge dal rapporto della Fondazione Gimbe, che rileva che in Fvg sono 1.232 i casi testati ogni 100 mila abitanti. La regione è preceduta solo dal Molise con 1.557 casi, a fronte di una media nazionale di 766. Il rapporto evidenzia un incremento percentuale dei casi positivi, con il Fvg che segna una crescita del 13,3% (la media nazionale è del 6,4%), nel periodo che va dal 9 al 15 dicembre. Si tratta di un dato inferiore solo a quello del Veneto (15,1%). Per quel che riguarda l'ospedalizzazione, secondo la Fondazione, su dati Agenas, al 15 dicembre i posti letto occupati in area medica in Fvg sono al 51% (erano il 50% lo scorso 1 dicembre), contro una media italiana del 48% (era del 42% quindici giorni fa); i dati relativi alle terapie intensive vedono un tasso di occupazione del 32% (era al 35% il 1 dicembre), al di sotto comunque della media nazionale del 35% (era del 41%), con 7 regioni, tra cui l'Emilia Romagna, al di sotto della soglia di sicurezza fissata al 30%.
I FOCOLAI
Nel settore delle residenze per anziani - spiega la Regione - sono stati rilevati 22 casi di positività tra gli ospiti, mentre gli operatori sanitari risultati contagiati all'interno delle strutture sono 21. Sul fronte del Sistema sanitario regionale (Ssr) la Regione registra nell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale le positività al Covid di due amministrativi, un terapista della riabilitazione, un tecnico, dodici infermieri, tre medici, due Oss; nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina di due infermieri, un'ostetrica, un autista di ambulanze e due Oss; nell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale di cinque infermieri.
IN ATTESA DEL NUOVO DPCM
Rispetto al Veneto, Fedriga attende ancora le decisioni del Governo e non anticipa al momento nuove ordinanze in vista del Natale mentre torna sul tema dei ristori: «Non pagare i risarcimenti alle attività produttive, in caso di chiusure durante le festività, ci renderà più poveri per molti anni. Se le saracinesche rimarranno abbassate in futuro ci saranno meno persone che pagano le imposte e la situazione si aggraverà ulteriormente».
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