LA NORMA
UDINE Arriverà in Aula consiliare martedì 28 maggio il provvedimento

Venerdì 24 Maggio 2019
LA NORMA
UDINE Arriverà in Aula consiliare martedì 28 maggio il provvedimento di legge che fissa i criteri per rideterminare, al ribasso, i vitalizi degli ex consigliere e assessori regionali. Complessivamente sono 199 gli assegni che mensilmente stacca il Consiglio, diretti o agli ex quelli che ebbero incarichi fino alla X legislatura, poiché dal 2013 i vitalizi sono aboliti o agli aventi diritto, cioè ai familiari. Ieri, infatti, la V Commissione del Consiglio ha approvato all'unanimità il testo di legge che ora passerà al vaglio dell'Aula, sostanzialmente obbligata a prendere in mano la materia per dare applicazione alla legge nazionale 145/2018 che impone alle Regione e alle Province autonome - ai fini del contenimento della spesa pubblica di rideterminare, a partire dal 2019, i criteri e i parametri che disciplinano i trattamenti previdenziali già in essere. Anche i tempi per l'approvazione delle norme regionali sono stati contingentati (entro il 30 maggio), pena il taglio lineare del 20% dei trasferimenti erariali da parte dello Stato.
I CONTI
Per il Friuli Venezia Giulia il risparmio, a seguito del calcolo dei vitalizi con metodo contributivo e non retributivo, sarà di circa 700-800mila euro l'anno, su una spesa complessiva attuale di circa 7 milioni. Il taglio dei vitalizi, quindi, in media sarà del 10%, una posta pressoché analoga al contributo di solidarietà che gli ex regionali sono stati chiamati a dare dal 2015, con un provvedimento che è stato in seguito più volte rinnovato fino alla scadenza ultima del prossimo 30 giugno.
IL RISPARMIO
Il risparmio dunque ci sarà, ma non paragonabile a quello che registreranno diverse altre regioni. La ragione è semplice: in Friuli Venezia Giulia sono state sempre alte le percentuali di contribuzione dei consigliere e assessori regionali rispetto agli emolumenti percepiti: il 19,2% per il vitalizio e il 2,3% per la reversibilità. Il percepito con il vitalizio, quindi, oggi è in generale di poco superiore a quanto è stato versato. In altre regioni italiane, invece, la differenza, e il conseguente prossimo taglio, in alcuni casi arriva al 45 per cento. In regione i versamenti dei consiglieri hanno raggiunto circa i 100mila euro a legislatura, tanto che i consiglieri che di legislatura ne hanno fatto tre e hanno richiesto la liquidazione al termine dell'incarico politico, in luogo del vitalizio, hanno incassato un assegno da 300mila euro.
L'ASSEMBLEA
Il Consiglio regionale varerà un testo di legge, dunque, che attua le disposizioni legislative secondo i criteri stabiliti dall'intesa e dal documento di indirizzo delle Regioni approvati lo scorso 3 aprile, riprendendo nella sostanza, con alcuni adattamenti, lo «schema comune» adottato dalla Conferenza delle Assemblee legislative regionali. Dal primo luglio i vitalizi saranno rideterminati secondo il metodo del calcolo contributivo, le cui modalità sono esplicitate nel provvedimento secondo specifici moltiplicatori e coefficienti di trasformazione e rivalutazioni sulla base degli indici Istat e di variazione dei prezzi al consumo.
VARIAZIONI
Due le variazioni introdotte ieri in sede di Commissione, con altrettanti emendamenti, allo schema comune definito dalle Regioni: le disposizioni transitorie consentono l'erogazione dei vitalizi secondo la formula vigente sino al completamento della rideterminazione del calcolo contributivo; l'assegnazione della quota dell'assegno, dopo la morte del consigliere, anche al figlio fino al 26esimo anno di età, purché a carico del consigliere al momento del suo decesso, se studente di scuola media, professionale o studente universitario, e qualora titolare di reddito inferiore a quello previsto per le persone fisicamente a carico.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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