LA MOBILITAZIONE
UDINE Dopo gli anestesisti, che avevano scritto una lettera

Venerdì 4 Dicembre 2020
LA MOBILITAZIONE
UDINE Dopo gli anestesisti, che avevano scritto una lettera aperta a inizio novembre ai vertici regionali, e dopo i 29 dirigenti medici del Pronto soccorso di Udine, scende in campo l'Intersindacale medica. Che, dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga e dal suo vice Riccardo Riccardi pretende un intervento immediato, «pena il collasso del sistema». A siglare la missiva Alberto Peratoner (Aaroi Emac), che già a novembre aveva segnalato la preoccupazione degli anestesisti, Valtiero Fregonese (Anaao Assomed), Antonio Maria Miotti (Anpo-Ascoti-Fials Medici), Nicola Cannarsa (Cisl medici), Stefano Smania (Sinr) Samuel Dal Gesso (Fedirts), Calogero Anzallo (Fp Cgil), Roberto Cesanelli (Fvm), Stefano Vita (Uil Medici.
LA LETTERA
L'Intersindacale parla di «spettacolo indecoroso», per «le file di ambulanze in attesa davanti alle porte» del Pronto soccorso il 30 novembre scorso. Ma ricorda anche la lettera dei medici del reparto. «Gli allarmi e le preoccupazioni che erano stati avanzati da Aaroi Emac 20 giorni fa, puntualmente sono ora confermati dalla realtà. I colleghi medici di Udine denunciano in modo realistico e documentato una situazione insostenibile, risultato di una carenza di strutture fisiche e di personale per l'assistenza dei pazienti covid. Il loro appello non deve essere ignorato». E, aggiungono, non va meglio altrove. L'Intersindacale fa riferimento a Palmanova, covid hospital, dove, scrivono, «la situazione è insostenibile per medici, infermieri e pazienti ed il reparto covid attualmente conta 95 degenti, 5 dei quali in Osservazione breve intensiva, tutti gestiti da pochi medici, anche non internisti ed inviati da altri ospedali, che faticano a coprire la turnazione. La terapia semintensiva covid di 8 posti letto è di fatto una terapia intensiva. Il Pronto soccorso covid accoglie ben oltre gli standard di sicurezza e non di rado si formano code di ambulanze, con utente a bordo in attesa di essere preso in carico. I pazienti accolti, inquadrati e trattati, stazionano per ore e talvolta giorni in regime di Obi presso gli stessi locali in attesa di posto letto, del presidio o presso altra struttura. La Medicina ordinaria è di fatto diventata un reparto misto, con rischi per degenti e operatori che sono decimati per dirottamento in covid e positività». I sindacalisti dicono che non è più tempo di «aspettare previsioni sul futuro. Dobbiamo tutti agire ora nell'immediato, pena il collasso del sistema». A Riccardi chiedono «un intervento urgente per il tramite delle direzioni aziendali, al fine di decongestionare i Reparti che sono allo stremo». E ribadiscono alcune richieste già fatte dall'Aaroi fra cui «mettere maggiormente a disposizione per l'assistenza ai pazienti covid le strutture aziendali ed il personale in servizio, rimodulare adeguatamente (dove sia necessario in condizioni di emergenza) le attività programmate non urgenti, impegnarsi a procedere alle stabilizzazioni dei dirigenti, prolungare fino ad assunzione gli incarichi a tempo determinato, applicare nuove procedure per reperire il personale necessario, impiegare i Medici Specializzandi presenti nelle strutture regionali a supporto dei reparti in difficoltà, finalizzare le risorse regionali con priorità per le attività covid correlate. Il balletto sui numeri di posti letto presenti-disponibili-attivabili deve finire».
REAZIONI
I consiglieri comunali di minoranza si dicono «profondamente allarmati dalle notizie che giungono dagli operatori» dell'ospedale di Udine. Per questo, «abbiamo formalmente richiesto l'audizione dei vertici AsuFc, oltre ai rappresentanti del mondo sanitario. L'aumento dei casi di positività tra il personale medico e infermieristico, l'andamento dei contagi sul nostro territorio, il livello di saturazione delle terapie intensive e la disponibilità di posti letto per ricoveri ci inducono con urgenza ad approfondire e analizzare la situazione». È la richiesta fatta pervenire al presidente dell'assemblea Enrico Berti e a Marco Valentini, presidente della Commissione Politiche sociali, dai componenti Eleonora Meloni (Pd), Sara Rosso, Domenico Liano (M5S), Simona Liguori (Innovare), Riccardo Rizza (SiAmo Udine) e Giovanni Marsico (PrimaUdine).
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