LA LEGA
UDINE «Una situazione ingestibile. Il Fvg non può permettersi

Sabato 8 Agosto 2020
LA LEGA
UDINE «Una situazione ingestibile. Il Fvg non può permettersi altri ingressi di clandestini. Il Governo intervenga». Un mantra, per Massimiliano Fedriga, presidente della Regione, ieri davanti alla caserma Cavarzerani di Udine per la conferenza stampa in veste di segretario della Lega Salvini, in un posto che più simbolico non si può, ultrapresidiato e affollato di militanti («Se qualcuno crede che il problema non sia sentito, queste presenze in una mattina di un venerdì di agosto lo smentiscono»). «Non ci accolleremo altri irregolari», tuona. E il popolo leghista è con lui. «Non voglio che passino irregolari in Fvg. Che mandino i marziani o i droni, ma dal Fvg non devono passare!», arringa la folla.
LA BATTAGLIA
La battaglia, dice, il Carroccio la fa per «i nostri cittadini, che sono rimasti chiusi in casa per settimane e mesi: siamo stati un esempio per il mondo» e ora rischiano di veder «vanificati i loro sforzi. Non possono pagare questo prezzo. È una responsabilità morale che abbiamo con loro». Il problema, ribadisce, è di ordine sanitario soprattutto, perché «oggi vediamo che circa l'80 per cento dei contagiati ha avuto rapporti con l'estero» e i profughi in arrivo, «da Paesi con sistemi sanitari estremamente fragili» passano per i Balcani «dove ci sono contagi molto alti». «Qualsiasi Paese occidentale controlla i confini: noi chiediamo al Governo di intervenire». Il messaggio è: non c'è solo Lampedusa, «la vera emergenza è a Nordest». La soluzione? Le riammissioni stanno funzionando («E ringrazio la Slovenia») ma valgono solo nell'area di valico e retrovalico e i migranti si sono riorganizzati «con i mezzi» per portare i profughi a staffetta fino a Udine (anche ieri altri rintracci in città). Controllare i valichi minori, come vorrebbe Debora Serracchiani (Pd), a cui non ha risparmiato strali, secondo lui «è un'idea fantasiosa, perché servirebbero 600-700 uomini». Molto meglio per lui «chiudere» questi passaggi secondari, «come ha proposto il comitato tecnico» di prefetti, questori e procuratori. Non è vero, dice, che non c'è soluzione: «Abbiamo trovato una regione che accoglieva 5mila irregolari e con Salvini ministro e con me presidente, in un anno, abbiamo portato gli accolti da cinquemila a 2.700. In un anno, non in 10 anni o in 50 anni. Figurarsi in due anni. Si può contrastare l'immigrazione irregolare. Bisogna mettere in campo misure differenti». Insomma, «bisogna essere dinamici». Lui, dice, non fa differenze per il colore della pelle, ma «su chi rispetta o non rispetta le regole». A Udine, ricorda «il sindaco Fontanini ha giustamente fatto la zona rossa perché non rispettavano la quarantena. Abbiamo il diritto di alzare la voce. Abbiamo competenze sanitarie. Le scelte del Governo le paghiamo noi come Regione. Spero che sentano forte la nostra voce. Mi auguro di poter dire domani grazie, Governo, ma non ho tanta fiducia».
L'EUROPA
Con lui e Fontanini anche l'europarlamentare Elena Lizzi: «La Commissione Ue ha detto di non avere responsabilità sui flussi migratori. Mentre il Pd e i Cinque Stelle si scaricano il barile, la Commissione Ue ha risposto: mi spiace, è competenza degli Stati membri. Non ci sono più scuse, la situazione va gestita dal Governo. Sulla rotta balcanica bisogna far capire a Roma che non esiste solo la via del mare. Non vogliamo essere lo scudo d'Europa. Vogliamo che chi arriva si attenga alle nostre regole».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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