LA CASERMA
UDINE Alla Cavarzerani arriva l'Esercito. Il primo turno dei militari,

Sabato 8 Agosto 2020
LA CASERMA UDINE Alla Cavarzerani arriva l'Esercito. Il primo turno dei militari,
LA CASERMA
UDINE Alla Cavarzerani arriva l'Esercito. Il primo turno dei militari, al ritmo di sette, era atteso ieri alle 19. I circa 50 uomini saranno a disposizione delle forze dell'ordine, con compiti stabiliti dalla Questura, per controllare persone, mezzi o oggetti ritenuti sospetti. La conferma è arrivata da un soddisfatto Pietro Fontanini alla conferenza stampa della Lega (una ventina gli uomini delle forze dell'ordine presenti, con il dirigente della Questura Giovanni Belmonte in prima linea, aggiunti ad un'altra quindicina del presidio Cavarzerani), che ha visto tutto lo Stato maggiore del Carroccio schierato, da Cisint a Bubisutti, e un plotone di militanti con bandiere («Ci siamo visti a Pontida»), per un totale di quasi 250-300 persone secondo la Questura. Avvistati anche vessilli dell'Ugl. Davanti a striscioni Prima gli italiani, Fontanini (affiancato dall'assessore Ciani) ha spiegato che «i militari arriveranno per sorvegliare i confini e per darci una mano alla caserma. Noi vogliamo una Udine sicura». Dopo la rivolta dei migranti, «spero che i profughi abbiano capito. La Prefettura ha mandato dei mediatori ha spiegare che non è un provvedimento punitivo. Non sono chiusi in gabbia». E dal pubblico: «Noi eravamo chiusi in gabbia, in 60 metri quadri!». Applausi. Fontanini cerca di galvanizzare la folla: «Il problema sono i continui arrivi. La regione non è in grado di sobbarcarsi il carico economico di migliaia di persone. A Udine la gente ha obbedito al lockdown, abbiamo avuto solo due decessi, non vogliamo buttare a monte questo lavoro». In città, ricorda, «dovremmo avere 350-400 migranti. Solo alla Cavarzerani ce ne sono 461. Bisogna dire basta. Le accuse dell'opposizione che i nuovi arrivi vengano messi alla Cavarzerani sono una bugia. Da 15 giorni qui non entra nessuno, solo gli operatori. Hanno detto che nella caserma sono rimasti dei positivi, ma non è vero». Se la Lega ha scelto di incontrare i cronisti proprio lì, spiega, non è per prova muscolare ma «per manifestare la solidarietà ai cittadini che vivono qui». Non se ne vedono moltissimi, in verità. Cristian Masullo, che vive lì vicino ha apprezzato la visita dei leghisti: «Siamo preoccupati, per la questione sanitaria ma anche per la sicurezza».
Cdm
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