L'INDAGINE
PORDENONE Torna in libertà il luogotenente Diego Bigai, già

Martedì 7 Luglio 2020
L'INDAGINE
PORDENONE Torna in libertà il luogotenente Diego Bigai, già comandante della stazione di Cordovado e noto collezionista d'armi. Torna in libertà senza alcuna restrizione, ma la sua posizione si aggrava, perchè ieri nella sua abitazione di Gruaro sono state sequestrate delle bombe a mano e in Procura è arrivata una nuova segnalazione relativa ad armi cedute irregolarmente. Bigai era ai domiciliari dalla scorsa settimana perchè nell'ambito di una perquisizione, legata a un'indagine su due ipotesi di peculato, era stato trovato in possesso di componenti di armi da guerra detenuti illegalmente. Ieri il gip Giorgio Cozzarini ha convalidato l'arresto ritenento che vi fossero i gravi indizi, ma ha respinto la richiesta di misura cautelare proposta dal pm Carmelo Barbaro. Ritiene che il quadro probatorio sia consolidato, che il luogotenente abbia dimostrato di non voler inficiare le indagini e che non abbia più la possibilità di ricevere armi da privati. Ha anche tenuto conto del fatto che tutte le armi, inoltre, sono sotto sequestro. «Il gip - sottolinea inoltre il difensore Emanuele Forner - evidenzia come il comportamento di Bigai durante le indagini dimostri, più che una significativa capacità a delinquere, una certa leggerezza e mancata comprensione della gravità della situazione. Se responsabilità ci sono, derivano da una leggerezza, da buone intenzioni finite male».
LA PROCURA
Se per il giudice il carabiniere può tornare libero, la Procura difende la sua indagine. «Valuteremo se impugnare l'ordinanza - afferma il procuratore Raffaele Tito precisando che ieri è stata fatta un'altra perquisizione - In casa è stato trovato altro materiale: 11 bombe a mano e un proiettile di mortaio funzionanti. Inoltre si è presentata in Procura una persona a cui sono state regalate due doppiette da caccia calibro 12 che non sono mai state regolarizzate». C'è ancora molto da chiarire secondo il procuratore, che segue passo dopo passo gli accertamenti coordinati dal sostituto procuratore Barbaro e condotti con assoluto rigore dagli stessi carabinieri della Compagnia di Pordenone, com'è nello stile dell'Arma in questi casi.
LE CONTESTAZIONI
Ieri Bigai si è avvalso della facoltà di non rispondere, invitando il gip a riportarsi a quanto aveva dichiarato nell'interrogatorio reso al Pm. Il sottufficiale si difende sostenendo che le armi in sequestro sono inefficienti, perchè sottoposte a operazioni manuali di foratura e fresatura. Le stesse munizioni sequestrate sarebbero prive di esplosivo all'interno. I pezzi per i quali è scattato l'arresto obbligatorio sono un fucile semiautomatico M1 in dotazione ai parà americani; una canna di mitragliatore Breda 30; un proiettile da mitragliatrice antiaereo; due caricatori da 40 colpi per fucile mitragliatore. «Attendiamo le perizie», avverte la difesa.
SOSPETTO PECULATO
L'ipotesi riguarda armi consegnate a Bigai in qualità di comandante della stazione in seguito al decesso dei proprietari, poi cedute a privati oppure ad armerie in conto vendita. Gli episodi ricostruiti dagli inquirenti sono due.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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