L'ESORDIO
PORDENONE Il saluto alla nuova comunità e a quella che si è

Lunedì 19 Febbraio 2018
L'ESORDIO PORDENONE Il saluto alla nuova comunità e a quella che si è
L'ESORDIO
PORDENONE Il saluto alla nuova comunità e a quella che si è lasciato alle spalle, nei dintorni di Londra. «Pronto - ha detto - per questa nuova avventura e per questa nuova sfida». Debutto ufficiale, ieri mattina, per il nuovo pastore della Chiesa evangelica battista pordenonese Daniele Podestà, che ha salutato non solamente la sua comunità, nella quale ha fatto il suo ingresso un mese fa, ma anche le altre chiese e le istituzioni.
A introdurlo, l'«anziano di chiesa» Gaio Corai (che ha fatto le sue veci nel periodo di vacanza pastorale) con il presidente nazionale dell'Unione Giovanni Paolo Arcidiacono, accanto al Consiglio di chiesa e ai revisori, ma anche diversi rappresentanti delle comunità incontrate nel suo percorso. Lo stesso pastore ha illustrato i meccanismi che regolano la vita della comunità evangelica: «Ci autogestiamo - ha spiegato -: ci si riunisce una volta all'anno per prendere le decisioni di ogni tipo. Ogni due anni si rieleggono il Consiglio di chiesa e il Collegio dei revisori. Il fine è quello di fare la volontà di Dio, scegliendo le persone che Dio stesso ha già scelto». «Si apre per la vostra comunità un percorso pastorale nuovo - ha sottolineato il presidente nazionale dell'Ucebi Arcidiacono - e sono grato al Signore per la scelta di Daniele, perché abbiamo bisogno di giovani pastori che continuino l'opera missionaria. Una piccola comunità di credenti come questa deve sentire un compito forte, quello di portare la speranza viva in questo mondo intriso di speranze morte. L'augurio che faccio a questa comunità nel presentare il pastore Daniele è quello che la vostra Chiesa rimanga salda». Poi un viaggio fra i ricordi. Quelli di Gaio Corai, che ha ricordato il primo incontro della chiesa pordenonese con il pastore Podestà negli Usa. Quelli di Arcidiacono, che ha richiamato anche il padre del nuovo pastore, pastore a sua volta. Quelli dello zio del pastore, arrivato dalla natia Genova: «Conosco Daniele da quando era bambino. Ha contestato il padre e non ci saremmo mai aspettati che sarebbe stato a sua volta chiamato dal Signore a questo compito. Gli auguriamo di portare anche qui il suo vigore e la sua voglia di fare». Quelli della delegazione proveniente da Londra, che lo ha visto prima ministro in training, poi aiuto pastore, assieme alla moglie e alla figlia: «Era con noi da poche settimane quando il pastore principale si congedò. È stato gettato fra le onde e ha dimostrato di saper nuotare. Ha avuto un ruolo chiave nella nostra Chiesa». E i fedeli americani spendono parole di ringraziamento anche per la moglie del pastore: «Quando è arrivata parlava solo poche parole in inglese. Ma si è dimostrata una gran lavoratrice, sincera e piena di gioia». E la chiusura con una battuta: «Se non la pensate così, siamo pronti a riprenderli indietro in qualunque momento».
Poi la sfilata dei rappresentanti delle comunità religiose locali: il messaggio inviato dal vescovo Giuseppe Pellegrini (Da parte mia, non mancherò di sentire la Chiesa battista parte viva del nostro territorio), quello della Chiesa pentecostale di Giuliano Soveri, quello di padre Gregorio, della Chiesa evangelica rumena, fino al consigliere delegato Alessandro Basso, che ha portato il saluto dell'amministrazione comunale e invitato il pastore a collaborare soprattutto nelle iniziative a favore dei giovani.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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