L'EMERGENZA
UDINE Si fa strada l'ipotesi di una nuova tendopoli per la quarantena

Mercoledì 12 Agosto 2020
L'EMERGENZA
UDINE Si fa strada l'ipotesi di una nuova tendopoli per la quarantena dei migranti rintracciati in Friuli nelle ultime settimane. Un sindaco del territorio ha confermato al prefetto di Udine, Angelo Ciuni, la disponibilità di un'area privata, un grande capannone, da adibire alla gestione dell'emergenza.
«L'intenzione è quella di allestire una trentina di tende, capienza massima otto persone, all'interno delle quali ospitare piccoli gruppi, al massimo 3-4 ha spiegato il prefetto in modo da evitare grandi assembramenti».
Una prima risposta alla lettera-appello inviata lunedì ai sindaci del territorio dal prefetto, per risolvere l'emergenza legata alla mancanza di spazi, alla luce delle situazioni ormai non più sostenibili. Nel pomeriggio di ieri sui social era circolata la voce di un capannone proposto a Villa Santina, il sindaco del Comune carnico Domenico Giatti, era stato informato del sopralluogo: «C'è stata una ricognizione in una proprietà privata ma è stato giudicato non idoneo - ha spiegato in serata - è del tutto infondata l'ipotesi di un trasferimento di un centinaio di migranti».
I RINTRACCI
Gli ultimi fermati nella notte e all'alba di ieri da carabinieri e polizia parlano di circa 45 stranieri. I primi sono stati individuati lungo la strada regionale a Buttrio dai militari della Compagnia di Palmanova. Si tratta di 5 cittadini stranieri minorenni. La Radiomobile della Compagnia di Udine, invece, ne ha rintracciarti altri 5 in via Gervasutta, nel capoluogo friulano. Tre di loro sono minorenni. Sono di nazionalità afgana, pakistana e del Bangladesh. Sono stati affidati alla Polizia Locale di Udine, che ha cercato per loro una sistemazione in una struttura per minori non accompagnati. Altri rintracci lungo la tangenziale a cura della Polizia di Stato della questura di Udine.
Gli under 18 sono stati trasferiti a Trieste, dal momento che le strutture in provincia sono già piene: ex Cavarzerani a Udine (con circa 500 richiedenti asilo), il Seminario di Castellerio a Pagnacco (circa 140), la foresteria del castello di Tricesimo (35) e l'ex caserma Meloni a Tarvisio (30). In settimana terminerà la quarantena di parte dei migranti ospiti a Tricesimo e saranno quindi nuovamente disponibili alcuni posti, ma il flusso costante dalla rotta balcanica richiede nuovi posti.
CASTELLERIO SMANTELLATA
Il prefetto di Udine ha annunciato anche che sarà smantellata la struttura al Seminario di Castellerio terminato il periodo di quarantene per i migranti attualmente presenti, considerato che la notte scorsa altri 4 migranti bengalesi maggiorenni, sono fuggiti dall'area decretata zona rossa dopo i nove casi dello scorso fine settimana. Sono stati denunciati dai carabinieri per inosservanza delle disposizioni dell'autorità: avrebbero dovuto infatti rimanere concentrati nella struttura fino al termine della quarantena. Ad accorgersi della fuga, nelle prime ore della mattinata di martedì gli operatori che lavorano all'interno della struttura.
LO SCONCERTO A PRADAMANO
Tra i Comuni più colpiti dalla gestione dei minori non accompagnati c'è Pradamano, dove i giovani stranieri vengono scaricati ai bordi della statale. Il sindaco Enrico Mossenta che si sta spendendo in prima persona per dare una mano a questi ragazzi pur di non lasciarli per ore sotto il sole, ha preso lunedì il furgone della protezione civile e li ha accompagnati nell'unica struttura in regione che può accoglierli, ovvero a Trieste. Ma portando loro i primi viveri ha notato che tutti hanno lo stesso modello di scarpe, uno zainetto con acqua e cibo, lo stesso telefono cellulare e alcuni contanti: «Quasi fosse tutto preorganizzato, come se fosse l'ultima tappa di un viaggio in cui venivano forniti gli ultimi strumenti per raggiungere la meta ha fatto notare ciò mi ha lasciato sbalordito e auspico che vengano fatte indagini su tutto ciò nel frattempo spero che Comuni come i nostri non continuino a venir lasciati soli davanti a queste emergenze».
IL SINDACATO DI POLIZIA
«Le forze dell'ordine sono lasciate sole, la situazione venutasi a creare alla ex caserma Cavarzerani è il frutto non soltanto della ripresa dei flussi sulla rotta balcanica e del suo concatenarsi con l'emergenza Covid, ma anche degli errori e dei limiti che hanno caratterizzato l'azione dell'Europa, dei vari Governi che si sono succeduti alla guida del nostro Paese, incapaci di intervenire con politiche in grado di coniugare le esigenze umanitarie con quelle della sicurezza e di un necessario controllo dei confini» ha denunciato ieri la Claudio Spangaro, segretario provinciale del Silp, il sindacato di polizia affiliato alla Cgil.
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