L'ANALISI
UDINE I piccoli negozi friulani si attrezzano per reggere all'assalto

Martedì 25 Giugno 2019
L'ANALISI
UDINE I piccoli negozi friulani si attrezzano per reggere all'assalto dei colossi on line come Amazon. Cresce l'e-commerce, attività di vendita e acquisto di prodotti effettuato tramite Internet, in Fvg dove il 70% delle imprese del terziario dispone ormai di un proprio sito web per lo più di carattere istituzionale (61%) o di informazione sulle peculiarità dell'impresa (14%) con il solo 15,9% degli indirizzi legati prettamente al commercio elettronico. È quanto è emerso dal convegno Commercio elettronico e tradizionale-tendenze, strumenti e compatibilità per le imprese nell'era di Internet organizzato dalla Confcommercio di Trieste. Presente, oltre al presidente Antonio Paoletti che ha evidenziato come «le nuove tecnologie abbiano inciso profondamente sulle abitudini dei consumatori quanto a opzioni, modalità ed esperienze di acquisto», l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini. La Confcommercio ha sottolineato l'esigenza di «strumenti e risorse per il commercio di vicinato, essenziale per produttività, occupazione e fruibilità sociale dei centri storici e dei quartieri».
LO SCENARIO
Il Report di Format Research rivela che in regione, in base ad una campionatura effettuata preso i titolari delle unità produttive presenti in rete, il 44,4% degli stessi ha dichiarato di avervi provveduto per questioni di visibilità del proprio marchio, il 30% perché convinti incrementasse la credibilità dell'impresa, il 29,4% in quanto tentati dalla possibilità di svolgere un'azione promozionale a costi contenuti e, solo il 26,9%, perché fiduciosi contribuisse ad aumentare le vendite. Per il 48,7% degli imprenditori del terziario regionale, inoltre, solo meno del 5 % della clientela rivoltasi all'azienda, lo ha fatto grazie a ricerche effettuate in rete, mentre, un altro 42% dei titolari, alza leggermente l'asticella al riguardo (circa il 7% del totale dei compratori di servizi e prodotti). Quanto ai siti aggregatori dove appoggiarsi per le vendite, vi ricorre solo il 15% delle aziende, in gran parte del turismo.
LE MOTIVAZIONI
Le motivazioni principali che spingono all'e-commerce sono la speranza di accesso ai nuovi mercati (41,1%), incrementare i ricavi (30%) e ridurre i costi della distribuzione (26,2%). In relazione agli stessi ricavi, solo il 22,8% delle unità produttive che fanno e-commerce, ha ravvisato un aumento dei medesimi sull'anno precedente (stessa percentuale peraltro dell'incidenza del web sul fatturato totale di un'impresa), il 74,1% ha evidenziato invece una sostanziale stabilità mentre, il rimanente 3%, ha lamentato una diminuzione. Sul versante promozionale, il 57,6% delle realtà produttive del Friuli Venezia Giulia usa i social, per lo più Facebook (69,2%), preferito di molto a Whatsapp (17,2%), Instagram (16,7) e Linkedin (12,4%), nella maggior parte dei casi (42,7%) per informare i clienti su nuove iniziative e proposte, comunicare le diverse attività aziendali svolte (37,8%), sviluppare l'immagine dell'impresa (25,7%) e, in misura minore, coinvolgere la clientela in azioni innovative quanto a beni e servizi offerti (9,8%).
LE RIFLESSIONI
«Un quadro ha spiegato Paoletti non eludibile e che pertanto rende ormai indispensabile la capacità, da parte delle imprese, di rinnovare e adeguare, per quanto possibile, format strutturale e offerta commerciale per non essere bypassate da competitor di maggiori dimensioni e capacità in termine di investimenti» dunque ha rilanciato: «Occorrono misure concrete e mirate a tutela delle micro, piccole e medie imprese, da concretizzare attraverso interventi concreti primo dei quali intanto ha concluso - la messa a punto di una web tax, nel quadro di una concorrenza leale fra tutte le componenti distributive e nel pieno rispetto degli adempimenti fiscali anche da parte dei colossi dell'online».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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