«Krsko, controlli sempre più efficaci»

Lunedì 30 Settembre 2019
«Krsko, controlli sempre più efficaci»
LA CENTRALE
UDINE Controlli, verifiche più frequenti e puntuali. Ma per adesso non molto i più, sebbene il Friuli Venezia Giulia non escluda a priori la possibilità di un partenariato con Lubiana e Zagabria sulla centrale di Krsko, dove Slovenia e Croazia, proprietari dell'impianto, intendono costruire un nuovo reattore. Parola di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione. L'idea di un possibile partenariato ha suscitato immediate polemiche proprio nei giorni dei cortei mondiali sull'emergenza ambientale, tuttavia «oggi come oggi la nostra Regione punta essenzialmente a controlli sempre più efficaci sulla sicurezza dell'impianto, che si trova alle spalle di Trieste». L'ultima riunione tecnica dei responsabili della centrale con l'Arpa del Friuli Venezia Giulia risale all'ottobre dell'anno corso, pertanto «ora dobbiamo intensificare e affinare le verifiche per garantire costantemente le migliori condizioni di sicurezza alla nostra popolazione».
I TIMORI
Quello di Krsko è un nome che fa sempre paura anche al di qua del confine con la Slovenia: la centrale, pensata e progettata negli ultimi anni di vita del presidente jugoslavo Josip Broz Tito (morto nel 1980), è stata collegata alla rete elettrica nell'ottobre del 1981 ed è entrata effettivamente in esercizio il 15 gennaio 1983. A Krsko funziona un ormai obsoleto reattore Westinghouse di fabbricazione canadese con potenza di 696 megawatt. Oggetto di severe manutenzioni ma pur sempre anziano, il reattore funziona ad acqua pressurizzata e contiene quasi 49 tonnellate di combustibile basato su ossido di uranio. La gestione operativa della centrale, frutto di una joint-venture fra Slovenia e Croazia, è affidata alla società Nuklearna Elektrarna Krsko, con quote paritetiche della compagnia slovena Gen-Energija (controllata dallo Stato sloveno mediante la Elektro-Slovenija) e dalla società statale croata Hrvatska Elektropriveda. L'impianto è strategico per il fabbisogno energetico elettrico di entrambi i Paesi dell'ex Jugoslavia, poiché assicura più di un quarto dell'energia consumata in Slovenia e un quinto di quella consumata in Croazia. Le polemiche provocate dalla decisione di costruire un nuovo reattore sono dovute soprattutto al rischio sismico della zona, che all'epoca della realizzazione della centrale non era conoscibile nella sua effettiva consistenza a causa della morfologia geologica della zona. Un incidente avvenuto il 4 giugno 2008 fece tremare le vene e i polsi anche in Friuli Venezia Giulia: si trattò di una perdita del sistema di refrigerazione primario del reattore di Krsko, che fece scattare l'allarme nucleare internazionale e la contestuale procedura immediata di spegnimento. Per fortuna l'acqua radioattiva in fuga rimase all'interno del sistema della centrale nucleare e non si disperse nell'ambiente esterno: l'impianto è lambito dal fiume Sava, che in Serbia poco oltre Belgrado sbocca nel Danubio. Se l'acqua radioattiva fosse arrivata alla Sava, le conseguenze si sarebbero rivelate ben più drammatiche.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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