INTESA
UDINE È la prima iniziativa di cooperazione tra due lati del Mar

Martedì 25 Giugno 2019
INTESA UDINE È la prima iniziativa di cooperazione tra due lati del Mar
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UDINE È la prima iniziativa di cooperazione tra due lati del Mar Adriatico per migliorare la qualità dell'acquacoltura e la commercializzazione dei prodotti alimentari ed è coordinata dall'Università di Udine che guiderà il lavoro di 7 enti di ricerca, un consorzio e 4 industrie italiane e croate per due anni e mezzo. Si presenta così il progetto AdriAquaNet, sviluppato entro il Programma Interreg Italia-Croazia 2017-2020, illustrato ieri nell'aula magna dell'ateneo friulano dal coordinatore, Marco Galeotti, dall'assessore regionale alle Politiche agricole Stefano Zannier, dal rettore eletto Roberto Pinton e da una rappresentanza degli oltre cento, tra studiosi e imprenditori, coinvolti nel programma. «Gli obiettivi sono ambiziosi ha premesso subito Galeotti -, poiché ci ripromettiamo di portare innovazione lungo tutta la filiera dell'acquacoltura, oltreché di lavorare in stretta sinergia con le attività produttive del settore di modo che i risultati siano subito trasferiti per la sostenibilità economica e sociale della filiera». A disposizione ci sono quasi 3,5 milioni, dei quali 2,740 milioni derivanti dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 483mila 601 euro da cofinanziamento nazionale. Se l'obiettivo generale di AdriAcquaNet è consolidare «un'alimentazione sana in acqua pulita; terapie naturali per un pesce sano; cibi salutari per tutti i gusti», nello specifico il progetto si focalizzerà sulla messa a punto di «nuovi modelli di alimentazione del pesce di allevamento, in modo da migliorarne benessere e qualità ha spiegato Galeotti -; di nuovi vaccini e composti naturali a supporto della salute dei pesci; di nuovi sistemi di gestione dei rifiuti da allevamenti di mare, così da estrarre idrocarburi riducendo l'inquinamento delle acque». Si punterà, inoltre, all'elaborazione e commercializzazione di nuovi prodotti alimentari - «una sorta di salame e hamburger» - per raggiungere più consumatori. Non da ultimo, le tecnologie sviluppate saranno trasferite a «25 pmi, con la formazione di un gruppo di 50 operatori del settore», ha aggiunto Galeotti. «Diventa sempre più rilevante mettere insieme i portatori di interesse che fanno capo ad un bacino uniforme con obiettivi comuni, qual è quello dell'Adriatico, per cooperare e innovare il sistema dell'acquacoltura», ha affermato l'assessore Zannier, che si è mostrato prudente sulla possibilità di implementare l'acquacoltura nelle aree lagunari di Grado e Marano. «Uno sviluppo è possibile ha affermato -, ma ci sono delle precondizioni non scontate di cui tenere conto: necessario non alterare gli equilibri ed essere certi che le condizioni in laguna siano idonee per svolgere le attività di allevamento». Uno spaccato dell'acquacoltura Fvg l'ha offerto ieri Andrea Fabris, direttore dell'Api, l'Associazione italiana piscicoltori. Domina la troticoltura, che con le sue 10.500 tonnellate (2017) rappresenta un terzo della produzione italiana. Ci sono inoltre due impianti off-shore a mare, alcuni impianti per orate e/o branzini in valle e una decina di valli in policoltura, cefali, branzini, orate; è inoltre presente un'avannotteria specializzata nella produzione di orate. In regione operano 5 impianti di trasformazione dei prodotti della troticoltura ed 1 impianto per la trasformazione di orate/branzini.
A.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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