Inchiesta appalti, il sindaco si dimette

Martedì 4 Agosto 2020
Inchiesta appalti, il sindaco si dimette
L'INCHIESTA
PREMARIACCO Prima ha rassegnato le sue dimissioni, poi ha parlato per oltre mezz'ora davanti al Gip e al Pm chiarendo la sua posizione. Roberto Trentin, da ieri ex sindaco di Premariacco, ha dato il proprio segnale rispetto all'inchiesta della Guardia di Finanza sui presunti affidamenti irregolari di opere pubbliche nel comune alle porte di Udine da lui amministrato. «Alla base di questa scelta c'è - come ha comunicato il suo avvocato Guglielmo Pelizzo - l'elevato senso di responsabilità e il rispetto nel confronto delle istituzioni e in particolare del suo Comune». Trentin è finito la scorsa settimana agli arresti domiciliari dopo l'indagine avviata dalle fiamme gialle friulane, coordinate dalla procura, relativamente ad una serie di lavori pubblici, pressioni e presunte truffe. Fra i reati contestati ci sono la turbativa d'asta, la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, il peculato, la truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, la falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici, la falsità in testamento olografo e l'omessa denuncia di reato da parte di un pubblico ufficiale. Oltre a Trentin, ai domiciliari ci sono i responsabili degli uffici tecnici dei Comuni di Premariacco e di Torreano, rispettivamente Veronica del Mestre e Bruno Previato.
LE INDAGINI
Oltre a loro altri due imprenditori hanno ricevuto la misura del divieto a contrarre con la pubblica amministrazione. Gli indagati nel fascicolo della Procura sono complessivamente 17. Stando all'accusa, il valore degli affidamenti ritenuti il regolari ammonta a circa 900mila euro. A mettere in moto la macchina investigativa erano state le dichiarazioni di un funzionario del Comune di Premariacco. Trentin è stato il primo nella mattinata di ieri ad essere ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Matteo Carlisi e dal pubblico ministero Annunziata Puglia. «Il mio cliente ha escluso categoricamente di aver mai esercitato pressioni o minacce nei confronti di dipendenti, tecnici o altri relativamente alle gare di appalto e in generale ha fatto sapere l'avvocato Pelizzo -. L'unico suo obiettivo era solo e sempre la rapidità ed efficacia nella costruzione delle opere». Davanti al gip l'indagato ha sottolineato, inoltre, di «non aver mai ricevuto compensi o altre forme di utilità e che gran parte degli affidatari sono risultati, infine, soggetti diversi da quelli che la Procura ipotizza egli volesse avvantaggiare o privilegiare». Trentin ha inoltre reso dichiarazioni puntuali su altri singoli addebiti. All'esito delle sue dimissioni, al venir meno delle esigenze cautelari, il legale ha chiesto la revoca della misura cautelare dei domiciliari o una misura meno restrittiva. Il giudice si è riservato la decisione. Stessa richiesta effettuata dai legali degli altri due soggetti colpiti dalle misure cautelari, Rino Battocletti per Del Mestre e Maurizio Conti per Previato. «La mia cliente ha chiarito dettagliatamente ogni affidamento contestato ha fatto sapere Batocletti - mi pare in maniera molto esauriente, abbiamo fatto istanza di revoca e anche la richiesta al Tribunale del riesame».
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