In Regione preoccupa anche il buco di bilancio

Giovedì 26 Marzo 2020
LA PREVISIONE
UDINE Mercoledì 25 marzo 2020, giornata con il cerchio rosso nel calendario della crisi economica generata da Coronavirus: da ieri la chiusura di tutte le fabbriche non legate a prodotti essenziali è diventata una realtà in Friuli Venezia Giulia e contemporaneamente nelle stanze della Regione si poneva un quesito: con il fermo dell'economia caleranno gli introiti per il bilancio regionale, che in virtù delle compartecipazioni sulle imposte, a partire dall'Iva, paga in autonomia i costi del sistema sanitario (ormai al 60% del bilancio regionale), dei trasporti regionali, degli enti locali. Come affrontare il problema?
A porre l'interrogativo è stato il presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin, nel corso della videoconferenza che il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga e il vice presidente Riccardo Riccardi hanno settimanalmente dacché è iniziata la crisi con i capigruppo in Consiglio regionale, i parlamentari e gli europarlamentari, al fine di condividere informazioni e problematicità. A seguito degli accordi finanziari con lo Stato, gli ultimi siglati a febbraio 2019 dal presidente Fedriga con l'allora ministro dell'Economia Giovanni Tria, la compartecipazione della Regione sulle imposte è stata fissata al 5.91, a eccezione di quelle su carburanti e giochi.
IL TIMORE
«Se l'economia si ferma ha riassunto Zanin al termine dell'incontro - il gettito delle imposte calerà e, di conseguenza, occorre cominciare a ragionare sulla tenuta del nostro bilancio regionale. Si potrebbe creare un buco cui occorre pensare sin d'ora, affinché questa condizione non si riversi sul futuro della nostra sanità e degli altri servizi. La Regione per altro ha aggiunto non può accendere mutui per sostenere la spesa ordinaria».
LA TRATTATIVA
Come agire per non dover subire doppiamente le ripercussioni generate dall'epidemia? «Il presidente Fedriga ha spiegato di essersi già attivato nei confronti del Governo. È chiaro che su questo nodo ci dovrà essere una nuova interlocuzione, dato che il Friuli Venezia Giulia non vive di finanza riflessa come le Regioni ordinarie», ha rendicontato il presidente Zanin. Diverse altre le questioni che sono state oggetto di confronto.
LIBERTÀ SPORTIVA
Furio Honsell, consigliere di Open Fvg, ha posto in particolare il tema delle restrizioni per gli spostamenti. «Bisogna chiarire che al fine del contenimento dell'epidemia l'obiettivo è il distanziamento interpersonale ha detto - poiché stiamo purtroppo assistendo, anche in zone montane e isolate, quasi alla criminalizzazione di chi esce di casa anche per motivi giustificati. L'attività fisica ha aggiunto va comunque fatta per mantenere uno stato di salute». Il Gruppo del Pd ha sottolineato «la necessità di un coordinamento territoriale per adottare comportanti e azioni comuni. Riteniamo fondamentale una regia sia per i sindaci, sia per le aziende sanitarie territoriali», ha riassunto la consigliere Mariagrazia Santoro. Dai Cittadini, l'input per «un piano regionale per la gestione dell'emergenza», ha detto la consigliera Simona Liguori, mentre il consigliere M5S ha chiesto che la «Regione sfrutti gli strumenti per la scuola previsti dal decreto Cura Italia, che prevede 85 milioni complessivi per il potenziamento della piattaforma per la didattica a distanza».
AZIENDE CHIUSE
Ma quella di ieri è una giornata che probabilmente passerà alla storia perché anche le ultime grandi aziende della Regione, impegnate da lunedì nel processo di decelerazione, hanno chiuso i battenti. «Con oggi (ieri per chi legge, ndr) la produzione si ferma in tutti i nostri stabilimenti in Italia», ha confermato Paolo Fantoni dal quartier generale di Osoppo: «Abbiamo spedito gli ultimi container per il Giappone e ultimato gli imbarchi per i mercati mediterranei. In azienda restano le sole persone autorizzate per garantire la sicurezza degli impianti. La gran parte del personale impiegatizio è in smartworking». Cronaca di una «emergenza così penosa», come la definisce Fantoni. E che in un altro grande nome della piana di Osoppo, alla Pittini di Rivoli, ha lo stesso riscontro: «Anche la nostra azienda si trova costretta a sospendere tutte le attività produttive fino al 3 aprile», hanno comunicato dal Gruppo che produce acciaio per l'edilizia e l'industria. È la presidente, Chiara Valduga, a raccontare la giornata del Gruppo siderurgico Cividale: «Di fatto fermiamo la produzione. Manterremo attive lavorazioni minime, funzionali ad assicurare la continuità di alcune filiere, come quella dell'energia». A essere interessata al fermo «sarà quasi la totalità dei dipendenti delle aziende italiane del Gruppo». Mentre tutto si ferma, la Regione valuta all'avvio di una linea di produzione di cagliate o formaggio per supportare la filiera lattiero-casearia, che sta gestendo latte in surplus per il calo delle richieste, ha annunciato l'assessore alle Politiche agricole Stefano Zannier.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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