Il Tar accoglie il ricorso «La baracca non si tocca è di competenza statale»

Venerdì 21 Febbraio 2020
IL CONTENZIOSO
UDINE (al.pi.) La baracca pericolante nel campo rom di via Monte Sei Busi, per ora, rimane lì. Il Tar del Fvg ha infatti accolto il ricorso presentato dal Demanio contro il provvedimento con cui il Comune di Udine gli chiedeva di abbatterla. Alla fine 2019, il Servizio Mobilità, Energia e Ambiente di Palazzo D'Aronco aveva emesso un'ordinanza in cui intimava al Demanio di provvedere all'eliminazione dello stato di pericolo provocato dalle condizioni statiche precarie di una baracca in legno costruita all'interno dell'area di via Monte Sei Busi dove insiste il campo rom; il Demanio, però, non ritenendola una sua responsabilità aveva spiegato allora il sindaco Pietro Fontanini -, ha fatto ricorso al Tar. Il quale, a fine gennaio, lo ha accolto annullando l'ordinanza perché ha ritenuto che non spettasse al dirigente comunale un simile provvedimento, bensì al sindaco: L'impugnato provvedimento si configura come atipico cita la sentenza -; il regolamento edilizio prevede una varietà di situazioni che interessano edifici, tutte caratterizzate da pericolo all'incolumità pubblica o pregiudizio ad altri edifici, per le quali è previsto l'intervento del Sindaco. Secondo il Tar, il provvedimento del dirigente ha le caratteristiche delle ordinanze contingibili e urgenti che, però, spettano al primo cittadino. Palazzo D'Aronco, d'altro canto, non può intervenire direttamente dato che la proprietà dell'area è statale: un nodo, questo, che ha sempre creato problemi nell'affrontare la questione del campo rom, dove attualmente vivono circa una sessantina di persone. L'amministrazione di centrodestra, però, ha più volte ripetuto che non intende far finta di nulla e tollerare situazioni di illegalità. In tema di sicurezza, l'amministrazione comunale ha attivato due nuove telecamere per la lettura delle targhe in viale Palmanova mentre per altre due in viale Venezia e via Cividale è in corso di realizzazione il collegamento e saranno funzionanti tra qualche giorno. Già attiva la sorveglianza contro lo spaccio nelle scuole (8 impianti) e due nuove telecamere a controllo del parco Martiri delle Foibe, ora il Comune sta lavorando al progetto di videosorveglianza finanziato dalla Regione con 400mila euro
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