IL QUADRO
UDINE Il candidato ora c'è ma nel centrodestra non è ancora

Domenica 18 Marzo 2018
IL QUADRO
UDINE Il candidato ora c'è ma nel centrodestra non è ancora tornato il sereno. Il giorno dopo la designazione del già due volte governatore Renzo Tondo alla presidenza della Regione per il voto del 29 aprile, gli alleati lesinano commenti e si rimanda a domani. Nonostante fosse sancito da un patto pre-elettorale tra Fi, Lega e Fdi che la presidenza del Friuli Venezia Giulia spettasse a Forza Italia, nella base leghista e in quella di Fratelli d'Italia non si sarebbe brindato alla scelta definitiva di Tondo. Progetto Fvg di Bini minaccia addirittura di correre in solitudine. Nessuno dei big regionali, però, ieri è sceso in campo a calmare la platea e nemmeno a raccontare le dinamiche che hanno fatto definitivamente decidere Silvio Berlusconi per l' ex forzista, poiché Tondo se n'è uscito dal partito cinque anni fa per creare la «sua» Autonomia responsabile. I delusi dovranno per ora accontentarsi della spiegazione che i patti si rispettano e che il leader del Carroccio Matteo Salvini non poteva permettersi di rompere con Berlusconi, posto che a livello nazionale gli equilibri sono molto delicati per la costruzione del nuovo governo.
IN ATTESA DI SALVINI
Così il segretario regionale della Lega e soggetto forte della trattativa per la presidenza della regione, Massimiliano Fedriga, ha fatto sapere che parlerà solo domani sera con Salvini, atteso per le 19 al Palamostre a Udine. Bocche riluttanti anche in Forza Italia, mentre in Fdi sì mugugna sul metodo nel pomeriggio di venerdì in Fvg erano convinti di convergere su Fedriga salvo sapere da Roma poche ore dopo che l'avvallo di Giorgia Meloni era stato dato per Tondo -, ma si assicura la fedeltà all'alleanza. «Sì un po' di delusione tra gli attivisti c'è perché per come si mettevano le cose ci si era ormai illusi che il candidato presidente fosse Fedriga», ammette un leghista della prima ora, pronto a rilanciare però sul fatto che ora il Carroccio deve pensare a far man bassa di consiglieri regionali. Un input lanciato ieri su Facebook anche dal senatore Mario Pittoni: «Avere molti voti significa poter avere un gran peso in Consiglio», afferma e quindi da lì poter condizionare anche l'operato del governo regionale, seppure non guidato da un leghista. «È finita bene, ma per fortuna che è finita», dice sinteticamente il leghista Pietro Fontanini, candidato a sindaco di Udine per il centrodestra ma in attesa del «sì» di Forza Italia. «Adesso che la partita regionale è chiusa considera vedremo chi interviene». Intanto nel cerchio del neo candidato presidente si pensa già pragmaticamente quali debbano essere le prime mosse per recuperare il vantaggio temporale concesso a quello che viene considerato il primo degli avversari, il candidato del centrosinistra Sergio Bolzonello.
RIPRENDERE LA SCENA
«Occorre riprendere rapidamente la scena», dice infatti il consigliere regionale Alessandro Colautti (già Ncd) confluito insieme al collega Paride Cargnelutti in Ar, e «con idee forti». Due le urgenze che secondo Colautti dovrebbero essere in cima a un'agenda di governo: «Mettere mano alle Uti, non pensando di tornare al passato, ma concependo l'area vasta come lo spazio dell'efficienza e della differenziazione, non dell'obbligatorietà»; affrontare la riscrittura del patto finanziario con lo Stato, «perché quello appena firmato dalla presidente Debora Serracchiani è solo una mancia che ha chiuso di fatto il federalismo fiscale». I dettagli del programma di coalizione ora sono attesi dal candidato presidente, che ieri ha preferito prendersi una pausa prima di entrare nell'agone elettorale. Di certo, sono i primi ragionamenti attorno a lui, in caso di vittoria la complessità del momento richiederà una Giunta forte in cui potrebbe trovar posto come assessore esterno il grande escluso dalla corsa alla presidenza, il capogruppo di Fi in consiglio, Riccardo Riccardi. Per ora lui si sarebbe limitato a dirsi «a disposizione del gruppo», non chiudendo comunque la porta a un impegno con Tondo di cui è stato assessore alle Infrastrutture nella Giunta di cinque anni fa.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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