IL PROCESSO
UDINE Sono oltre una ventina le famiglie friulane e venete ammesse

Mercoledì 16 Ottobre 2019
IL PROCESSO UDINE Sono oltre una ventina le famiglie friulane e venete ammesse
IL PROCESSO
UDINE Sono oltre una ventina le famiglie friulane e venete ammesse come parti civili nel processo a carico di Emanuela Petrillo, l'assistente sanitaria di Spresiano, in provincia di Treviso, accusata di aver finto di somministrare le vaccinazioni ad alcuni bambini tra il 2009 e il 2016, prima nel Medio Friuli a Codroipo, San Daniele e Udine e poi nell'Usl 2 di Treviso. Il Tribunale di Udine ne ha ammesso ieri la costituzione nel corso dell'udienza fissata per discutere le questioni preliminari. Udienza all'esito della quale il Collegio, presieduto dal giudice Paolo Milocco, a latere i giudici Mauro Qualizza e Nicolò Gianesini, ha accolto la richiesta delle stesse famiglie di citare, quali responsabili civili, le aziende sanitarie coinvolte. Il processo è stato rinviato al 31 gennaio.
L'udienza si è aperta proprio con la richiesta della difesa della donna di escludere le parti civili private, ovvero i familiari dei bambini. L'avvocato Chiara Pianon, in aula anche in sostituzione del collega Paolo Salandin, ha argomentato la propria richiesta sottolineando l'insussistenza di un danno immediato e diretto. Il legale ha ricordato come le aziende sanitarie fossero state le prime a tranquillizzare e rassicurare i genitori dei bambini, «ri-vaccinati entro 20 giorni, quindi non c'è stato nessun pericolo concreto ha affermato in aula - e non ci sono state lesioni».
Alla richiesta della loro esclusione dal processo si sono associati anche i legali delle aziende sanitarie in particolare l'avvocato Fabio Crea, legale dell'Usl 2 di Treviso, sostenendo che «gli unici reati per cui si sono costituite le famiglie sono il falso ideologico e le false certificazioni amministrative. Riteniamo che i danni che sono stati ipotizzati, di pericolo o di danno reale nei confronti dei bambini, in alcun modo possono essere ricollegate a questo tipo di reato, ma eventualmente alla non effettuazione del vaccino che riguarderebbe altre fattispecie di reato non plurioffensivo ma che tutela solo l'ente pubblico».
A insistere per l'ammissione delle famiglie quali parti civili sono stati invece i loro legali, gli avvocati Tullia Tauro, Roberto Mete e Mariana Martina, ricordando anche le loro storie e le ragioni alla base della loro domanda.
C'è il caso di chi, dopo aver scoperto che i propri figli non erano vaccinati, avrebbe deciso di ritirarli dal nido e di isolarli dal resto della famiglia, tenendoli lontani anche dai cuginetti per paura di un contagio. O quello di una famiglia che, trasferitasi nel frattempo a Latina, dopo aver scoperto le mancate vaccinazioni si sarebbe rivolta a una clinica per rifare la profilassi alla figlia a proprie spese, circa 500 euro. O ancora il caso di una bambina rimasta senza copertura vaccinale per 6 anni. I legali hanno ricordato inoltre la storia di un bambino che all'età di 9 anni avrebbe sofferto di una forma di tosse pertussoide che non migliorava nonostante le cure e per 5 mesi sarebbe stato quindi sottoposto a una serie di svariati accertamenti medici svolti sul presupposto che risultava regolarmente vaccinato per la pertosse. Nonché quella di una coppia di genitori di tre figli, l'ultimo nato prematuro, che dopo aver scoperto la mancata effettuazione dei vaccini avrebbe ritirato la sorellina maggiore dal nido per scongiurare rischi di contatto con eventuali virus.
Dopo la discussione delle parti, all'esito della camera di consiglio, il Tribunale ha rigettato la richiesta di estromissione delle parti civili ritenendo che abbiano «prospettato una situazione a loro direttamente riferibile e potenzialmente produttiva di un danno il cui accertamento dovrà essere oggetto dell'istruttoria» dibattimentale ma che ne «configura la legittimazione alla costituzione».
Il Collegio ha invece accolto l'istanza, avanzata sempre dalla difesa di Petrillo, di estromettere dal processo il Codacons del Friuli Venezia Giulia che a sua volta, alla scorsa udienza, aveva chiesto di costituirsi parte civile. Infine il Tribunale, accogliendo le istanze dei legali delle famiglie (avvocati Pauro, Mete e Martina), ha ordinato la citazione dei responsabili civili.
Petrillo ha ribadito ancora una volta il suo avvocato Chiara Pianon all'esito dell'udienza - «rimane fiduciosa, con la consapevolezza di chi sa di aver fatto il suo dovere».
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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