IL DISAGIO
UDINE Avrebbe creato in classe un clima di disagio, angoscia e paura.

Venerdì 12 Ottobre 2018
IL DISAGIO
UDINE Avrebbe creato in classe un clima di disagio, angoscia e paura. Per questo motivo una docente friulana, 52 anni, è stata sospesa per 10 mesi dall'insegnamento con l'accusa di maltrattamento degli alunni, in totale una ventina di ragazzini di diverse classi di una scuola secondaria di primo grado della provincia di Udine. L'indagine, condotta da personale della Polizia giudiziaria della Procura e della Squadra mobile di Udine diretta dal vice questore aggiunto Massimiliano Ortolan, era partita all'inizio del 2016, quando alcuni genitori avevano segnalato alla Polizia lo stato di ansia e disagio che i figli erano costretti a vivere durante le lezioni, quando in cattedra saliva la professoressa. Ascoltati alla presenza di una psicologa, nella prima fase delle indagini, erano stati gli stessi ragazzini a riferire il vissuto in aula. Avevano raccontato tutti, con versioni tra loro concordi, che la docente in classe era solita alzare la voce, ricorrendo all'uso di epiteti volgari e svilenti, e a infliggere punizioni eccessive rispetto alle condotte tenute dai ragazzi, spaventandoli. Erano stati sempre i ragazzini a riferire come la docente imponesse anche a qualche alunno di rimanere fuori dalla classe, non consentendogli di assistere alla maggior parte della lezione. Punizione, questa, che non sarebbe stata fondata su un motivo razionale, ma la conseguenza di stare antipatico. La docente sempre secondo i racconti forniti dai minori si sarebbe anche resa responsabile di aggressioni fisiche ai danni degli alunni con spinte e uno schiaffo. Nel corso delle indagini era stato sentito anche il dirigente scolastico dell'istituto comprensivo teatro della vicenda. In seguito, dopo ulteriori segnalazioni da parte dei genitori, le indagini sono proseguite anche con l'installazione di sistemi di videosorveglianza all'interno dell'ambiente scolastico.
LE IMMAGINI
Le immagini avrebbero confermato i reiterati atteggiamenti descritti dai ragazzi e qualificati dagli inquirenti come condotte maltrattanti. Le immagini hanno escluso invece gesti di violenza fisica nei confronti degli alunni. Al termine dell'attività investigativa, il pm titolare del fascicolo Elena Torresin ha quindi chiesto al giudice l'emissione di una misura cautelare nei confronti della docente. Il provvedimento è stato emesso nei giorni scorsi dal gip del tribunale di Udine Matteo Carlisi e notificato alla docente il 9 ottobre dalla Polizia. La docente avrebbe dovuto riprendere servizio in questi giorni dopo la sospensione disciplinare di due mesi (a cavallo tra la fine dello scorso e l'inizio di quest'anno scolastico), disposta dall'Ufficio scolastico regionale su segnalazione del dirigente dell'istituto comprensivo. Il gip ha ravvisato la sussistenza delle esigenze cautelari anche se l'insegnante avrebbe ripreso servizio in un altro istituto scolastico a seguito dell'accoglimento della sua domanda di trasferimento. Il provvedimento ha stabilito il giudice non inibirà l'eventuale impiego della docente ad altre mansioni non a contatto con gli alunni, qualora la dirigenza scolastica lo ritenesse possibile e l'insegnante acconsentisse. Nei prossimi giorni si dovrà tenere l'interrogatorio di garanzia in cui la professoressa potrà esprimere la propria difesa. «Del caso, sul quale deciderà il giudice, non posso parlare. Fenomeni di questo genere non sono frequentissimi, ma neanche così rari e unici come ci si dovrebbe augurare in un sistema scolastico che funziona come il nostro ha spiegato il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo -. L'attenzione della Procura è alta anche al mondo scolastico che proprio in questi giorni è già scosso per la morte delle 16enne. In Procura abbiamo un gruppo di lavoro che si dedica a questi reati verso i soggetti deboli».
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci