IL CASO
UDINE Si dimostrava autoritaria e strattonava i bambini troppo vivaci

Giovedì 24 Maggio 2018
IL CASO
UDINE Si dimostrava autoritaria e strattonava i bambini troppo vivaci e chiassosi per cercare di riportare la calma e l'ordine all'interno della sua classe di asilo nido. È quanto hanno scoperto i carabinieri dell'aliquota operativa della Compagnia di Udine, comandata dal capitano Ilaria Genoni. Autrice dei maltrattamenti, secondo le risultanze investigative, sarebbe un'educatrice che svolgeva la propria professione in un nido nella periferia del capoluogo friulano. Le vittime sono bimbi molto piccoli, di età compresa tra i dieci e i ventidue mesi, che erano stati affidati dalle loro famiglie alla donna perché si prendesse cura di loro e li educasse all'interno della struttura dell'infanzia.
LA SEGNALAZIONE
A segnalare i gravi episodi, che sono iniziati nel mese di agosto dello scorso anno, sono state due collaboratrici che lavorano all'interno dell'asilo, che si sono rivolte ai carabinieri della stazione di Udine Est, comandata dal maresciallo capo Andrea Ercole, descrivendo il comportamento, considerato troppo duro, della loro collega. L'indagine svolta dai militari dell'Arma, che hanno operato con la massima delicatezza e la massima riservatezza, è stata particolarmente complessa perché la giovanissima età dei bambini impediva di fatto di raccogliere delle testimonianze dirette.
LE TELECAMERE
Così, con l'autorizzazione del magistrato che ha coordinato le indagini, la dottoressa Annunziata Puglia, sono state installate delle telecamere e anche delle altre apparecchiature per documentare e ricostruire, nei particolari, gli episodi di maltrattamenti che avvenivano all'interno dell'aula dell'asilo nido dove operava l'educatrice. In questo modo i carabinieri hanno potuto ricostruire nel dettaglio la sua condotta; è emerso che la donna non avrebbe mai picchiato i piccoli, ma in diverse occasioni li avrebbe strattonati o bloccati fisicamente, nei momenti in cui riteneva che il loro comportamento fosse diventato troppo vivace e confusionario. Grazie alle prove raccolte sino al mese di marzo di quest'anno, il pubblico ministero ha potuto avanzare la richiesta di una misura cautelare al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine; istanza che è stata accolta.
LA MISURA
A quel punto, lo scorso lunedì mattina, i carabinieri della Compagnia di Udine hanno eseguito nei confronti dell'educatrice una misura cautelare che dispone l'allontanamento della donna dalla struttura per l'infanzia e il divieto di avvicinamento alle sue vittime e alle loro famiglie. Davanti al giudice Andrea Comez, la donna adesso è chiamata a rispondere del reato di maltrattamenti continuati a carico di minori affidati per motivi educativi.
L'ALTRA VICENDA
Un altro recente caso di malascuola è successo a Udine agli inizi del mese di maggio. In quell'occasione uno studente che frequenta l'istituto Stringher di Udine è stato denunciato dal suo professore, che è rimasto ferito, con un dito rotto e una contusione alla gamba, dopo un «diverbio» verificatosi in aula. Secondo il racconto fornito dal professore alla Polizia di Stato, l'alunno era stato allontanato dall'aula per aver disturbato il regolare svolgimento della lezione. Rientrato in classe senza permesso, sarebbe stato invitato nuovamente a uscire dall'insegnante che avrebbe simbolicamente spostato la sedia del ragazzo. L'alunno sarebbe caduto a terra e, rialzatosi, si sarebbe rivolto contro l'insegnante, mostrando il pugno senza però sferrarlo. Indietreggiando per proteggersi, il professore sarebbe scivolato e, nel tentativo di evitare la caduta, si sarebbe fratturato un dito.
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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