IL CASO
UDINE Non decolla in Friuli Venezia Giulia il numero di pubblica utilità

Domenica 17 Febbraio 2019
IL CASO UDINE Non decolla in Friuli Venezia Giulia il numero di pubblica utilità
IL CASO
UDINE Non decolla in Friuli Venezia Giulia il numero di pubblica utilità 1500 sulle liste d'attesa, il servizio pubblico voluto dalla ministra alla salute, Giulia Grillo e partito lo scorso 8 ottobre in via sperimentale per tre mesi per arrivare, dati alla mano, alla realizzazione di un nuovo Piano nazionale di governo delle liste di attesa, in accordo con le Regioni e Province autonome.
I DATI
Ebbene, a sperimentazione finita, i risultati dell'ascolto dei cittadini in tre mesi di attività si fermano a 1.600 chiamate e solamente 9 in Fvg. Il tema, o meglio, il problema delle liste d'attesa è un punto centrale nell'agenda dell'assessore regionale alla salute, Riccardo Riccardi che sarà affrontato nel corso del 2019 nell'ambito della pianificazione sanitaria. Il problema dunque c'è, ma l'utilizzo del 1500 in regione farebbe pensare al contrario. Lo scenario contempla diverse ipotesi, dallo scarso appeal di questo pubblico servizio in Fvg al fatto che le liste d'attesa non siano percepite come un problema così drastico dai cittadini della regione. In ultima ipotesi, si può pensare che le lamentele dei friulgiuliani arrivino direttamente alle aziende sanitarie o addirittura in molti casi non vengano proprio espresse. Tutte ipotesi che rendono però difficile costruire un piano nazionale se si guarda a questi numeri. Tant'è. Nel Dna dei cittadini del Fvg le lamentele sembrano essere poco presenti.
CLASSIFICA
Il primato spetta ai laziali, romani in particolare con 241 chiamate provenienti da tutta la regione, quasi il 24% del totale. Nei tre mesi di sperimentazione il Friuli Venezia Giulia ha totalizzato appena lo 0,89% delle chiamate complessive, 9 appunto, di cui 5 a Udine tutte per l'Asuiud, 1 a Grado, Monfalcone, Pordenone e Trieste. La percentuale di lamentele registrate porta la nostra regione in coda alla classifica, vicino a Valle D'Aosta e Provincia Autonoma di Trento. Considerando le si gole tipologie di lamentele si sale al sestultimo posto per le eccedenze nei tempi di erogazione che tradotto significa attese troppo lunghe nel momento in cui si prenota una prestazione. Il dato in regione, però, fa sorridere, appena due chiamate per l'Asuiud. Due anche le chiamate per lamentarsi delle prestazioni di primo accesso e sempre per l'Asuiud che, d'altra parte, gestisce il più grande bacino d'utenza di tutta la regione. Una sola chiamata, invece, per l'Aas5 e stavolta riferita alle prestazioni di controllo. Dagli esiti della sperimentazione emerge che il tempo medio di conversazione è stato di 8,40 minuti con un tempo massimo di 1ora e 17 minuti. Chi chiama il 1500, insomma, di cose da dire ne ha parecchie. La complessità dell'argomento, l'esigenza di informazione e la richiesta di ascolto hanno caratterizzato le conversazioni, comportando a volte tempi insolitamente lunghi e le donne si sono dimostrate più versatili alla telefonata, 57% delle chiamate.
IDENTIKIT
Tracciando un identikit del cittadino lamentoso chi si è rivolto al servizio ha età media 64 anni e ha raccontato non solo le proprie esperienze, ma in quota significativa anche quelle di altri. Tra le richieste, qualcuno inizia a informarsi circa la possibilità di ricorrere all'intramoenia pagando solo il ticket quando i tempi di erogazione delle prestazione da parte del servizio sanitario pubblico non fossero rispettati. Tra le 58 prestazioni di cui si lamentano tempi d'attesa decisamente biblici, sono risultate maggiormente rappresentate le visite oculistiche, l'ecografia all'addome, la mammografia e la colonscopia, la visita cardiologica e neurologica. Le stesse specialità sono al centro dei reclami sull'attesa per le prestazioni di controllo.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci