IL CASO
UDINE La stagione 2017-18 del Teatro Giovanni da Udine si è chiusa

Mercoledì 26 Giugno 2019
IL CASO
UDINE La stagione 2017-18 del Teatro Giovanni da Udine si è chiusa con un disavanzo di quasi 88 mila euro. A dirlo è stato l'assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot, in sede di Consiglio comunale, dispiaciuto per la mancata unanimità a sostegno del neonato Teatro Stabile Friulano e rispondendo in particolare alle critiche del consigliere di Innovare, Federico Pirone (l'unico ad aver votato no al nuovo Ente culturale).
«Quando abbiamo modificato lo Statuto del Teatrone aveva detto Cigolot -, ci avete accusato di aver abdicato al nostro ruolo in favore della Regione. Invece abbiamo un presidente e un Cda che stanno lavorando bene e cercano di sanare alcuni aspetti della passata gestione che non erano proprio esemplari dal punto di vista finanziario. Paolo Vidali (ex presidente del Giovanni da Udine, ndr) ha lasciato un buco». La stagione scorsa si è chiusa con un disavanzo di 87 mila 894 euro, «che il precedente Consiglio d'amministrazione ha coperto in parte secondo l'assessore -, con un prelevamento dal fondo di riserva. Il buco continua -, era dovuto all'aumento dei costi di programmazione artistica. In particolare, la parte della gestione estiva era un po' più debole e sono stati sovrastimati gli spettatori». Detto questo, però, Cigolot non vuole scatenare alcuna polemica e assolve il precedente Cda: «Ci siamo trovati a dover affrontare una situazione di disavanzo, ma può capitare: la gestione passata è stata buonissima commenta -. E anche dal punto di vista finanziario, il Teatro Giovanni da Udine è tra i migliori del Paese». Per quanto riguarda il periodo in questione, il Teatrone ha avuto costi per 3 milioni 873 mila 232 euro e ricavi pari a 3 milioni 785 mila 338. Tra le uscite più consistenti, ci sono le spese per i servizi che pesano per oltre il 57% del totale (pari a 2,215 milioni di euro, di cui 1,5 per i compensi alle compagnie) e quelli per il personale (quasi il 18%, pari a 693 mila euro). Tra le entrate invece la maggior parte delle risorse deriva proprio dagli incassi per gli spettacoli, che rappresentano circa il 34,7% del totale (1,3 milioni di euro, cifra che copre la gran parte delle spese per i compensi delle stesse compagnie); i contributi alle attività (circa 1,2 milioni di euro, il 32%) e per il funzionamento (altri 487 mila euro, il 12,8%). Dal rendiconto risulta che in effetti la stagione estiva è in perdita: costata circa 54 mila euro, ne ha incassati 39 mila.
«La stagione 2017-18 ha un disavanzo approvato a novembre 2018 dall'assemblea precedente specifica il presidente della Fondazione Teatro, Giovanni Nistri -. Hanno prelevato dal fondo di riserva per coprirne una quota, e noi, che siamo subentrati a dicembre, ne abbiamo preso atto. Sono comunque rimasti circa 17 mila euro di disavanzo non coperti e portati nel nuovo bilancio». Il vero problema, secondo Nistri, si presenta quest'anno: «In parte perché partiamo con un buco, anche se limitato e può capitare spiega -, ma in parte perché cambia la periodicità del bilancio». Se fino all'anno scorsoti il rendiconto del Teatrone seguiva la stagione (e quindi era calcolato dal 1. settembre al 31 agosto), adesso in ottemperanza alle normative sarà solare: dal 1. gennaio al 31 dicembre, comprendendo di fatto due mezze stagioni.
«La questione dice Nistri - è che a questo punto non avremo grandi margini di manovra per la prossima stagione dato che, vista la sfasatura che si è creata, molte delle risorse sono già state investite nel cartellone 2018-19, appena concluso. Inoltre questo nuovo bilancio non ci permetterà di avere una foto di come andranno effettivamente le fasi». Il nuovo cda ha intanto predisposto un bilancio di previsione che pareggia intorno ai 3.5 milioni di euro.
a.p.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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