IL CASO
UDINE La Croce rossa di Udine, ieri sera, ha lanciato il suo salvagente

Venerdì 12 Ottobre 2018
IL CASO
UDINE La Croce rossa di Udine, ieri sera, ha lanciato il suo salvagente in stazione, nel capoluogo friulano, dove si incontrano storie di emarginazione e solitudine, senzatetto che vivono in strada per scelta o necessità, tossicodipendenti con lunghe storie di dipendenza alle spalle ma anche giovani in cerca di se stessi o in guerra con il mondo. E dove mercoledì scorso, una settimana fa, è stato trovato il corpo senza vita della sedicenne di Palmanova, stroncata da una sospetta overdose su cui sta indagando la Polizia.
I SOCCORSI
Sei i volontari all'opera. Un equipaggio ha fatto il consueto monitoraggio garantito anche per tutta l'estate dall'unità di strada della Cri, dall'ospedale ai parcheggi scambiatori ai parchi cittadini, per intercettare persone in difficoltà o senza fissa dimora. Un secondo gruppo, invece, ha presidiato il nuovo Safe point, inaugurato proprio ieri, dalle 22 fino quasi all'una, per dare un punto di riferimento stabile, che sarà garantito ogni settimana, sempre di mercoledì, a chi si trova in strada per i più vari motivi. Senza fare domande scomode e, soprattutto, senza dare giudizi. A loro si è unita anche l'unità di strada, dopo mezzanotte, dopo aver fatto il suo giro, durante il quale ha incontrato quattro persone. «Al Safe point abbiamo contattato - fanno sapere alla Cri - dieci persone. Tre di queste erano italiane. Un'anziana, che era sulla panchina, con un cane, e fissava il tabellone degli orari ci ha chiesto se poteva parlarci. Era disorientata: ci ha raccontato la sua storia. L'abbiamo accompagnata al posto di Polizia e la Polfer l'ha riportata dalla sua famiglia». Ma, fra le persone soccorse, c'è stata anche «una giovane, anche lei italiana, che ci ha chiesto dell'acqua e dove poteva farsi una doccia». E poi un uomo, «che ci ha raccontato di aver perso il treno, anche se gironzolava in stazione ormai da due ore, e poi ci ha chiesto se potevamo dargli un posto per dormire. Non abbiamo il dormitorio, ma gli abbiamo consegnato uno dei 30 sacchi a pelo che ha donato alla Cri di Udine la Land Rover Italia». In totale, i volontari hanno consegnato anche «cinque kit di igiene», con spazzolino, rasoio, saponetta e biancheria di ricambio. «Altri sette stranieri ci hanno chiesto dove fosse la questura e dove potevano andare a mangiare l'indomani».
L'ESEMPIO
E non c'è solo la bottiglietta d'acqua, la merendina o il cambio di biancheria. Per chi cerca risposte, forse, la migliore, al punto salvagente della Cri, la offrono i volti dei ragazzi che hanno scelto di fare i volontari e di passare qualche ora nella notte di Udine per aiutare gli altri. L'altra sera, in stazione, c'erano due diciottenni, due ragazze del gruppo di Codroipo, da un anno in Croce rossa, assieme a due volontari con un percorso (di vita e di volontariato) più lungo, una signora di Udine e un operatore del gruppo di Cividale. «I compagni delle due ragazze - fanno sapere alla Cri - a scuola chiedono loro della loro esperienza. Speriamo che questi giovani possano essere di stimolo e di esempio, mostrando dei modelli positivi e facendo vedere che si può essere cittadini attivi».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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