IL CASO
UDINE Il sindaco invoca restrizioni alla circolazione dei profughi, ma,

Venerdì 18 Ottobre 2019
IL CASO
UDINE Il sindaco invoca restrizioni alla circolazione dei profughi, ma, nella maggioranza, riaffiorano le voci che chiedono l'intervento dell'esercito. Il giorno dopo la notizia del presunto stupro ad una 15enne ad opera di tre pakistani (due dei quali sono in carcere con l'accusa di violenza sessuale, minacce e lesioni personali, mentre è al vaglio la posizione di un 36enne), Pietro Fontanini ha affidato ai social la sua prima reazione: «È urgente definire delle regole ha scritto -, che tutelino i cittadini. Ad esempio, i migranti dovrebbero rimanere più a lungo all'interno delle strutture di accoglienza. Ancora una volta dei richiedenti asilo, questa volta pakistani, cui è stata negata la domanda di protezione internazionale, si sarebbero resi responsabili di un crimine gravissimo, consumato sulla pelle di una ragazzina friulana di quindici anni. È evidente ha continuato -, che c'è un problema enorme legato non solo al sistema di accoglienza, che permette a chi non ha diritto di muoversi liberamente per le nostre città e di commettere ogni genere di crimine, ma anche alla cultura di provenienza, che troppo spesso intende la donna come un oggetto».
L'APPELLO
Per questo il sindaco si è appellato al governo, chiedendo regole chiare capaci di garantire la sicurezza dei cittadini e lallontanamento immediato di chi non ottiene lo status. Anche per l'assessore alla Sicurezza, Alessandro Ciani, è necessario che Roma riveda la gestione dei flussi migratori: «La polizia locale riesce a garantire un livello di sicurezza tale da collocare la città tra le prime in Italia ha detto -. Ciò non basta tuttavia a evitare che anche crimini di questa gravità possano sfuggire ai controlli e verificarsi, soprattutto a causa della presenza di persone che non conoscono il rispetto della donna e di un sistema di regole a maglia larga che non permette controlli severi sugli orari e sulle presenze nelle strutture». Parla di cultura di provenienza «misogina e maschilista», lassessore alle Pari opportunità, Elisa Asia Battaglia.
L'IDEA ESTREMA
Come detto, però, all'interno del centrodestra c'è chi invoca provvedimenti più estremi: «Sono convinto che ma in certi momenti e in alcune zone ha scritto Michele Zanolla (Progetto Fvg) -, l'utilizzo a Udine dell'esercito per le strade in collaborazione con le forze dell'ordine sia una cosa giusta, da iniziare a provare subito». Sulla stessa linea, il consigliere di Fdi, Antonio Pittioni: «A mio avviso non esistono più città sicure ha detto -. L'uso dell'esercito come prevenzione non può che dare sicurezza. Mi auguro inoltre che venga potenziato il sistema di videosorveglianza e che sia presto adottata la mia proposta per l'istituzione di un nucleo cinofilo della polizia locale che farà da deterrente allo spaccio». «Nel complesso Udine è ancora un'isola felice - ha detto invece il capogruppo di Fdi, Luca Onorio Vidoni -, e lo dimostrano anche le statistiche de Il Sole 24 Ore uscite nei giorni scorsi. Quello della sicurezza è un tema che ci sta molto a cuore. In queste ultime ore è tornata in campo l'ipotesi di impiegare l'esercito nelle strade di Udine, ma questa è l'estrema ratio ed è una soluzione che va valutata attentamente. Eventualmente potremmo pensare di impiegarlo solo nelle zone calde, penso ad esempio a Borgo stazione o attorno alla Cavarzerani. Sono sicuro che con Ciani troveremo le migliori soluzioni».
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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