Mancano i senzatetto, la Caritas pensa di non aprire il dormitorio invernale

Mercoledì 20 Novembre 2019
Foto di repertorio
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UDINE - Il dormitorio invernale della Caritas, quest'anno, potrebbe non aprire i battenti. Il condizionale è d'obbligo, visto che, come spiegano all'ente diocesano, la decisione finale non è ancora stata presa. Ma la riflessione è già in corso da un po' su quei posti che, ormai da qualche anno, la Caritas di Udine mette a disposizione per affrontare l'emergenza freddo, in aggiunta a quelli più stabili, diciamo così, dell'asilo notturno di via Pracchiuso, dove ci sono 20 letti per uomini e altri 3 per donne. «Potremmo non aprire il dormitorio invernale. Ad oggi non sembra che ce ne sia la necessità - dice Luca Vicario della Caritas -. Ma dobbiamo ancora completare il monitoraggio delle persone che si trovano in strada». Nel 2018, nella struttura allestita dall'ente diocesano per le rigide notti invernali dei senzatetto, erano stati garantiti circa 60 posti e l'anno prima 50, mentre lo scorso inverno il dormitorio di via Rivis, aperto soltanto a gennaio, ha offerto 20 letti al caldo
 

, che si sono aggiunti, sul finire della brutta stagione, alla dozzina già attivati a dicembre 2018 alla caserma Friuli dalla Croce rossa di Udine (la Cri a breve intende metterne ancora a disposizione 12-15). Quest'anno, se le verifiche dell'ente diocesano dovessero dimostrare che, effettivamente, l'esigenza di un riparo extra per l'inverno non c'è per senzatetto, emarginati e altri costretti a vivere in strada, si potrebbe passare da 20 posti aggiuntivi a zero? Il punto di domanda, per ora, resta.
DECISIONE
Come tiene a ribadire Vicario, nulla è ancora deciso: «L'unità di strada della Caritas sta completando il suo monitoraggio e anche nella mensa di via Ronchi stanno cercando di raccogliere i dati incontrando le persone che si avvalgono del servizio per capire se c'è la necessità di altri posti e, soprattutto, quante persone effettivamente stanno dormendo all'addiaccio. Per ora non abbiamo ancora tirato le somme. Quando lo faremo? Non ci siamo dati un termine». La riflessione avviata dall'ente diocesano parte da lontano. «L'anno scorso - prosegue Vicario - abbiamo osservato che il dormitorio invernale ha dato una risposta alloggiativa per moltissime persone che erano in transito su Udine, perché arrivavano in città per rinnovare i documenti: mi riferisco ai richiedenti asilo o ai ragazzi già riconosciuti, con un permesso di soggiorno. Quindi, si può dire che la struttura non ha dato risposta o ha dato una risposta solo parziale a chi sta su strada in città. Quindi, ci siamo chiesti se ha un senso tutto ciò».
GLI ALTRI POSTI
All'interrogativo si è aggiunta nel frattempo una nuova disponibilità che prima non c'era. «C'è stata la possibilità di attivare delle risorse in termini di accoglienza per alcuni ospiti del Fogolar (di via Pracchiuso ndr) e quindi nell'asilo notturno ci sono cinque posti liberi. Al momento li stiamo utilizzando per le persone che sono in difficoltà in strada». Una soluzione che, comunque, offre dei margini, anche se con numeri ben diversi rispetto al passato. «Nel frattempo - assicura Vicario - il monitoraggio ci farà capire quali sono le reali esigenze. L'anno scorso, infatti, diverse persone che stavano in strada, al momento dell'apertura del dormitorio invernale, non si sono presentati. Alcuni sappiamo che erano irregolari. Allora ci siamo chiesti: ha un senso attivare questi posti letto per delle persone che neanche accedono al dormitorio?». Con tutte queste precisazioni, restano i numeri, comunque imponenti, dello scorso inverno. «Da gennaio a fine marzo di quest'anno, in tre mesi, abbiamo ospitato circa 350 persone». Insomma, il dormitorio invernale aprirà? «Per ora non mi sento di espormi in una direzione o nell'altra finché il monitoraggio non sarà concluso».
Camilla De Mori
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Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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