IL CASO
UDINE È stato un quindicenne nordafricano, già noto alle forze

Martedì 15 Ottobre 2019
IL CASO
UDINE È stato un quindicenne nordafricano, già noto alle forze dell'ordine, ad accoltellare - ferendolo gravemente - un diciassettenne di Cervignano nella serata di sabato sulle rampe della Scala dei Giganti a Trieste, colpendolo con tre fendenti, due alla schiena e uno vicino al cuore. Il quindicenne si è presentato nel pomeriggio di domenica alla Questura di Trieste, sostenendo di aver sferrato le tre coltellate al termine di una discussione per futili motivi ed è stato sottoposto a fermo di polizia. Quanto al giovane cervignanese, subito sottoposto a intervento chirurgico, dopo essere stato trasportato d'urgenza al Pronto soccorso del Cattinara, resta ricoverato nella Terapia intensiva del reparto di Cardiochirurgia e le sue condizioni - informa una nota dell'Azienda sanitaria triestina - sono stabili e si prosegue con il monitoraggio clinico. Una delle coltellate gli ha perforato un polmone, un'altra invece gli ha sfiorato il cuore, senza però lesionarlo. Le sue condizioni erano apparse fin da subito molto gravi al personale del 118 che lo aveva stabilizzato sul posto per poi trasferirlo immediatamente al Cattinara.
L'AGGRESSIONE
Stando al racconto reso agli agenti dal quindicenne - che avrebbe già «precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, nonché resistenza e violenza a pubblico ufficiale» -, l'accoltellamento sarebbe stato l'epilogo di una discussione per futili motivi sulla quale sono in corso ulteriori accertamenti da parte degli agenti. Il giovanissimo è stato sottoposto a fermo in quanto indagato per tentato omicidio e per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. È già stato trasferito in una comunità per minorenni.
L'AMICO
Le indagini, grazie anche alle immagini riprese dalle telecamere del circuito di videosorveglianza, si erano subito strette attorno al quindicenne e ad un altro giovane, anch'egli già noto alle forze di polizia, che risultavano coinvolti nella lite. Poco dopo la mezzanotte di sabato, uno dei due ricercati, un diciottenne kosovaro, è stato rintracciato nei pressi di piazza Goldoni e portato in Questura. Dalle indagini è emerso che il giovane era sì coinvolto nella lite, ma aveva tenuto a precisare agli inquirenti di essere intervenuto «per allontanare fisicamente l'amico minorenne, con il quale si trovava, avendo notato in terra una chiazza di sangue». La sua posizione resta al vaglio della Procura che ora dovrà chiarire il quadro della lite e le singole posizioni e le ragioni della brutale e violenta aggressione.
LE INDAGINI
La Squadra mobile, oltre a rintracciare i due amici del diciassette rimasto ferito e a raccogliere la loro testimonianza, aveva immediatamente acquisito i filmati di tutte le telecamere della zona per recuperare ogni immagine utile a ricostruire la vicenda. Sul posto, oltre al 118, sono intervenuti gli equipaggi della Squadra Mobile e la Polizia scientifica.
LA ZONA
Da tempo la zona di piazza Goldoni è diventata una zona difficile a Trieste, tanto che il presidente dell'Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota ha recentemente avanzato la proposta-appello per l'istituzione di un comitato di esercenti e cittadini per «incidere in maniera concreta su una situazione diventata insostenibile».
U.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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