IL CASO
UDINE Doccia fredda per i viaggiatori friulani interessati all'alta velocità.

Giovedì 24 Ottobre 2019
IL CASO
UDINE Doccia fredda per i viaggiatori friulani interessati all'alta velocità. Con il nuovo orario invernale, in vigore da dicembre, infatti, sia il Frecciarossa diretto da Udine a Roma sia il pendolino di Italo che da settembre ha cominciato a percorrere la stessa tratta potrebbero veder posticipata (e non di poco) la partenza mattutina per la capitale, almeno a far fede sui tabelloni virtuali dei rispettivi siti di prenotazione on line. Con il paradosso che i due treni che fanno lo stesso mestiere (e soddisfano il medesimo bacino di utenza) si potrebbero trovare addossati nello spazio di poco più di venti minuti.
I PENDOLARI
I pendolari friulani lo hanno scoperto quasi per caso, cliccando sulle tracce natalizie e non hanno esitato a segnalare alla Regione «l'assurda situazione» che potrebbe proporsi di qui a breve. E sono proprio loro a tracciare il quadro. È scritto nei numeri. Oggi, infatti, sulla tratta Udine-Roma, Italo Evo «ricalca il vecchio orario della Freccia, partendo alle 5.55 e arrivando a Roma alle 11.28, in tempo per sbrigare faccende. La Freccia di Trenitalia, invece, parte attualmente alle 6.55», riferiscono i viaggiatori friulani. Invece, «con il nuovo orario invernale le due relazioni Udine-Roma si troveranno inspiegabilmente posticipate e soprattutto vicinissime: Italo partirà alle 7.27 e la Freccia alle 7.48, arrivando a Roma rispettivamente alle 13.05 e alle 13.25». Uno slittamento di oltre un'ora e mezza per Italo a partire dal 15 dicembre, a pochi mesi dal debutto della tratta friulana (che vede fermate a Udine e Pordenone). Uno scivolamento orario anche più cospicuo per Trenitalia, che come il rivale Ntv si appoggia alla medesima rete gestita da Rfi. E i problemi che tutto questo rischia di creare non sarebbero pochi, secondo i pendolari friulani. «In primo luogo, questi treni partono troppo tardi, arrivando a Roma dopo le 13. Quindi chiunque abbia necessità di svolgere commissioni a Roma dovrà comunque partire con un regionale di primo mattino e cambiare a Mestre: esattamente come avveniva prima dell'inserimento delle relazioni dirette Udine-Roma». Non solo, il comitato viaggiatori riferisce che «c'è chi ha già detto che arrivare nella capitale così tardi non ha senso e sta pensando di ricorrere alle corriere che partono la notte per raggiungere Roma». Come se l'alta velocità, per il Friuli, di fatto non esistesse. «Che uno dei due treni di alta velocità diretti per Roma potesse essere spostato - ragionano i viaggiatori - ci poteva anche stare. Ma posticiparli entrambi e concentrarli nella stessa fascia oraria è assurdo. Oggi hanno un'ora di differenza: chi deve arrivare molto presto a Roma prende quello delle 5.55 mentre chi può prendersela più comoda si serve della Freccia delle 6.55. È assolutamente insensato porre questi treni a distanza di soli venti minuti uno dall'altro, anche perché non è utile per i passeggeri friulani, che oggi, con l'arrivo di Italo, possono contare su un'alternativa in più per percorrere lo stesso tragitto, con un nuovo convoglio in una nuova fascia oraria, che così colmava un buco». Ma, se l'orario invernale porterà queste novità, come sembra, a cliccare sui portali, si rischia che uno dei due convogli viaggi semivuoto e che chi deve andare a Roma presto userà un normalissimo regionale all'alba, cambiando a Mestre.
Non è secondario poi il capitolo sovvenzioni. Perché oggi le Frecce, per il tragitto friulano, valgono a Trenitalia (grazie ad una convenzione con la Regione) quasi 3 milioni di euro l'anno, mentre Italo è sbarcato a Udine e Pordenone senza godere di alcuna agevolazione. L'assessore Graziano Pizzimenti ha già detto che l'amministrazione sta facendo un ragionamento su quei fondi e non esclude di eliminare il contributo alla società del gruppo Fs. Ora, si chiedono anche i pendolari, ha senso avere due treni a distanza di venti minuti uno dall'altro, uno sovvenzionato da mamma Regione e uno no? O l'amministrazione potrebbe tenerne uno solo (magari quello che non paga), visto che «dal Friuli non può esserci un bacino di utenza per due treni di alta velocità a distanza di venti minuti»? Un quesito che non tarderà di arrivare sul tavolo dell'assessore Pizzimenti.
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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